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L’Avanguardia dell’Uzbekistan protagonista a Palazzo Pitti \ FOTO

Esposizione “doppia” a Firenze e Venezia, per uno dei movimenti artistici più originali di inizio Novecento

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Una delle più originali Avanguardie artistiche, quella fiorita in Uzbekistan nei primi decenni del ‘900, protagonista a Palazzo Pitti. “Uzbekistan: l’Avanguardia nel deserto” il nome del progetto unitario che si sviluppa su due sedi: Firenze (da domani al 30 giugno) e Venezia (Ca’ Foscari Esposizioni da dopodomani al 29 settembre). A essere presentate in questa doppia mostra 150 opere, soprattutto dipinti su tela, affiancati da una selezione di testimonianze della tradizione tessile uzbeka. Le opere provengono dal Museo Nazionale di Tashkent e dal Museo Savitsky di Nukus. 

Con questa mostra facciamo un viaggio particolarmente affascinante e inusuale rispetto alla cornice di Palazzo Pitti, illustrando una pagina non nota di arte non europea dalla fine del Diciannovesimo secolo alla prima metà del Novecento”, le parole alla presentazione di Elena Marconi, coordinatrice della Galleria di arte moderna di Palazzo Pitti. 

Nelle opere, realizzate negli anni Venti e Trenta da Volkov, Tansykbaev, Karachan, Nikolaev (Usto Mumin), Elena Korovaj, Nadežda Kašina e molti altri, indipendentemente dal fatto che si tratti di dipinti su tela o su carta o che siano stati creati a Samarcanda, Bukhara o Tashkent, si entra in un mondo incantato, pieno di colori, luce, osservazioni vivide e connotazioni simboliche, che derivano da tradizioni occidentali, russe e orientali: un mondo che esisteva ben prima che gli artisti lo raffigurassero nei loro segni. Si può in qualche modo percepire una affinità con le opere di artisti come Paul Gauguin, armonizzando la tradizione e la strada all'innovazione.

“In questa doppia collocazione vediamo il fenomeno che abbiamo chiamato Avanguardia Orientalis, la nascita di una scuola pittorica in quello che era il Turkestan e poi Uzbekistan, che è stata una sorpresa anche scientifica per il dialogo interculturale tra artisti che vengono da zone diverse, da russi d'oriente ai kazaki, fino ai georgiani e agli armeni”, aggiunge la direttrice del Centro studi sull'arte russa di Ca' Foscari Silvia Burini che ha curato la mostra insieme a Giuseppe Barbieri.

Mostra Avanguardia uzbeka

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