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Cronaca

Disobbedisce al giudice per amore della figlia, il tribunale lo assolve

L'uomo aveva violato le disposizioni arrivate dopo la separazione con la moglie. Il giudice allora lo aveva costretto a vedere sua figlia solo tre ore alla settimana

Si può essere assolti per il troppo amore? Sì, se di mezzo c’è una figlia. Così capita che il tribunale di Firenze abbia assolto un padre anche se ha violato le disposizioni del giudice arrivate dopo la separazione con la moglie. La sentenza è stata resa nota da Fabio Barzagli, presidente del network internazionale paternita.info, e Marino Maglietta, presidente dell'associazione Crescere Insieme.  ''La vicenda - viene spiegato - inizia nel 2003, quando la bambina, allora di 18 mesi, è affidata dal tribunale alla madre per sei notti alla settimana e al padre, allora trentenne, solo il mercoledì pomeriggio, dopo la scuola e fino alla mattina seguente. Nel gennaio 2009, però, il giudice toglie al padre anche questo diritto: deve riportare la figlia alla madre entro le 20. L'uomo, però, per otto mercoledì consecutivi tiene la bambina''. ''Anche il pm aveva chiesto l'assoluzione - spiega l'avvocato Bavasso - ricordando come il padre abbia violato solo una delle clausola del provvedimento, che prevedeva anche altre limitazioni. E poi, il padre come avrebbe potuto motivare alla figlia questo cambiamento improvviso?''.

L'uomo è stato assolto dal tribunale di Firenze perché il fatto non costituisce reato. ''Sembra che il giudice abbia valutato i comportamenti del padre non come disobbedienza al provvedimento giudiziario, bensì come proseguimento del dovere di cura verso la figlia'', ha commentato il legale dell'uomo, l'avvocato Elisabetta Bavasso.
 

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