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Cronaca Scandicci

Omicidio di Niccolò Ciatti, il padre: "Si poteva fare di più per l'estradizione dei ceceni"

Ieri il ministro della giustizia ha detto alla Camera che non ci sono gli estremi per chiederla

"Mi piacerebbe parlare con il ministro Orlando perché si poteva fare qualcosa di più, uno spiraglio poteva esserci. Probabilmente alla richiesta di estradizione si poteva arrivare. Ho incontrato spesso il suo sottosegretario ma non ho mai avuto modo di confrontarmi con il ministro". E' la reazione di Luigi Ciatti, padre di Niccolò, all'indomani della risposta alla Camera del ministro ad una interrogazione presentata dal deputato di Ala Parisi che chiedeva quale era la posizione del Governo in merito alla possibilità di chiedere l'estradizione dei tre ceceni accusati di aver ucciso, o aver favorito l'uccisione, del 22enne di Scandicci.

Luigi Ciatti ha due grandi paure. La prima è che non sia fatta giustizia per Niccolò anche se ci tiene a precisare di "avere fiducia nella magistratura spagnola". La seconda che Rassoul Bissoultanov venga scarcerato: il 24enne di nazionalità cecena è dietro le sbarre da quando le autorità catalane sono riuscite ad identificarlo come l'autore del calcio mortale sferrato a Niccolò. Bissoultanov ha chiesto di uscire dal carcere, il tribunale spagnolo deciderà tra 15 giorni. "Quell'essere, non ho il coraggio di definirlo persona - ha detto Luigi Ciatti -, se sarà condannato sconterà al massimo una pena di 20 anni. Uscirà dal carcere ad appena 45 anni, potrà rifarsi una vita. Per Niccolò invece è tutto finito, mio figlio non ha altre possibilità".

C'è il rischio che le autorità spagnole impieghino più di un anno a fare tutte le indagini.

Ieri Luigi Ciatti ha incontrato il presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani. "Sono rimasto molto colpito dalle parole di Giani - ha detto il padre di Niccolò -, ci ha assicurato che farà i dovuti passi rispetto al governo nazionale".

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