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Cronaca

Processo per l'omicidio di Meredith: “Eccitazione scatenò la furia omicida”

La tesi è sostenuta da uno dei legali della famiglia della vittima. Secondo cui le menti di Rudy Guede, Raffaele Sollecito e Amanda Knox erano "prive di freni inibitori" a causa di alcol e droga

Nuova udienza al Palazzo di Giustizia di Novoli del processo d’appello bis sull’omicidio di Meredith Kercher. Stamani hanno parlato i legali della famiglia Kercher: l'avvocato Francesco Maresca, gli avvocati Vieri Fabiani e Serena Perna.  Domani si dovrebbero tenere le arringhe della difesa. La Corte dovrebbe anche scegliere una data indicativa per la sentenza del processo sull’omicidio avvenuto il 2 novembre 2007.  Sentenza a cui parteciperanno anche i genitori della studentessa inglese. 

Secondo l’avvocato Vieri Fabiani: “Amanda Knox, Raffaele Sollecito e Rudy Guede erano "in preda all'eccitazione e questo scatenò la furia omicida", anche perché, per le droghe e l'alcol, le loro menti erano "prive di freni inibitori".  Gli imputati sono "persone ad altissima capacità criminale" ha aggiunto il legale. Dopo l'omicidio "subentra la paura - ha continuato - il terrore, si arriva a simulare furti, ad accusare Lumumba, a mistificare, per scacciare dalla propria mente il crimine commesso". L'avvocato ha spiegato che, in ogni caso, dimostrata la presenza dei due imputati nel luogo del delitto e la loro volontà omicida, "la carenza del movente diventa irrilevante", anche se un elemento importante può essere individuato "nelle problematiche esistenti fra Amanda e Meredith, che si evolvono in una sorta di punizione della vittima, in una escalation".
 
All’udienza assenti entrambi gli imputati.  Amanda Knox è negli Stati Uniti e non ha partecipato ad alcuna udienza, ha già chiarito che non è intenzionato a tornare in Italia,  mentre Raffaele Sollecito è stato in aula in più occasioni: ha rilasciato dichiarazioni spontanee e ha ascoltato la requisitoria del Pg. Assente, oggi, anche il padre di Sollecito, Francesco, che finora non aveva mancato alcuna udienza. Raffaele si trova a Santo Domingo: dovrebbe tornare in aula per il 9 gennaio, giorno delle arringhe dei suoi difensori.

CONDANNE -
La famiglia di Meredith Kercher si è associata alle richieste di condanne formulate dal pg per Raffaele Sollecito e Amanda Knox, accusati dell'omicidio della studentessa inglese. E' stata la conclusione del legale della famiglia, l'avvocato Francesco Maresca: "La punizione che chiediamo - ha detto dopo aver citato Sant'Agostino - ritengo che renderà giustizia nel rispetto della legge". Il pg Alessandro Crini aveva chiesto 30 anni per Amanda (comprensivi dei tre già definitivi per calunnia) e 26 per Sollecito. Per Maresca, gli alibi degli imputati sono "falliti perchè falsi".

Riguardo il movente, "l'antipatia, l'insofferenza e incompatibilità fra Amanda e Meredith sfociano in un approccio sessuale violento, poi c'è una perdita di controllo". Quindi le "tensioni fra le ragazze" si affiancano al "movente sessuale". L'avvocato Maresca ha definito la sentenza d'appello di Perugia, che ha assolto gli imputati, "una baracca fatiscente rasa al suolo dalla Cassazione".

L'altro legale della famiglia Kercher, l'avvocato Serena Perna, si è soffermata sulle tracce e le perizie, che dimostrano "la presenza degli imputati" sulla scena del delitto e che "Meredith non si è potuta difendere. Non lo ha fatto perchè era trattenuta dagli aggressori". Maresca ha poi ricordato le richieste di risarcimento: 25 milioni complessivi per i tre accusati, Sollecito, Knox e Guede.

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