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Cronaca Isolotto / Via A. Canova

Omicidio Duccio Dini: indagini chiuse, sei accusati

Morì dopo essere stato investito da un'auto che stava partecipando ad un assurdo inseguimento in Via Canova

Volevano punire un parente e lo inseguirono in auto a 100 chilometri all'ora nelle strade dell'Isolotto causando la morte di un ignaro passante in scooter, Duccio Dini, 29 anni, travolto dalle auto mentre era fermo a un semaforo in Via Canova. Per questo fatto del 10 giugno 2018, la procura di Firenze ha concluso le indagini indicando come responsabili dell'omicidio sei uomini di etnia rom, alcuni di loro abitavano nel campo nomadi del Poderaccio.

Sono Dehran Mustafa di 36 anni, Remzi Mustafa di 20, Remzi Amet di 65, Antonio Mustafa di 44, Emin Gani di 27, Kole Amet di 39. Il procuratore Giuseppe Creazzo e il sostituto Tommaso Coletta li accusano, in concorso, dell'omicidio di Duccio Dini e del tentato omicidio del loro parente, Bajram Rufat, che volevano uccidere  (l'uomo sarebbe stato sposato con una donna della famiglia). Rufat rimase gravemente ferito nello speronamento della sua auto.

Nella ricostruzione, i sei indagati inseguirono, su tre vetture, quella di Bajram Rufta speronandola più volte fino a fargli perdere il controllo. Anche gli inseguitori persero il controllo delle loro auto finendo per scontrarsi con altri veicoli fra cui lo scooter di Duccio Dini, che morì il giorno dopo in ospedale a causa dei gravissimi traumi riportati. Nell'inchiesta c'è un settimo indagato, Kamjuran Amet, 37 anni, per violenza privata: la procura lo accusa di aver minacciato gravemente di morte Bajram Rufta intimandogli di lasciare l'Italia. Ad oggi gli indagati risultano tutti detenuti nel carcere di Sollicciano tranne Emin Gani, che è agli arresti domiciliari, e Kamjuran Amet.

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