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Cronaca

Uccise un carabiniere, la vedova lo perdona: "Non stia in carcere"

Nel 2011 un 18enne di ritorno da un rave uccise un carabiniere durante un controllo. La vedova del militare è diventata amica della madre del ragazzo

Il perdono è arrivato dopo cinque anni dalla morte del carabiniere Antonio Santarelli, ucciso a bastonate nel 2011 dopo aver fatto una multa per guida in stato di ebbrezza nei confronti dell'allora 18enne Matteo Gorelli, di ritorno insieme ad altri ragazzi da un rave nel grossetano.

Il primo passo è stato fatto dalla madre del killer con una lettera. Le due donne si sono subito volute incontrare. Poco dopo la vedova invitò la madre di Gorelli all'ospedale di Montecatone dove era ricoverato il marito, che ha passato un lungo anno di agonia in coma prima di morire. "E' nata un'amicizia, ed è l'unico modo per guardare al futuro con dignità", spiega Claudia Francardi al quotidiano La Repubblica.

Le due donne hanno deciso di organizzare un rave per il 24-25 aprile (giorno del tragico evento), "non di sostanze, ma di sostanza". "Matteo non dovrebbe stare in carcere", afferma la vedova dell'appuntato, perché "per come è organizzato oggi non lascia spazio all'affettività e al dialogo".

Il ragazzo ora 22enne si trova nel carcere di Bollate, nel milanese, dove deve scontare una condanna a venti anni in appello. Scrive poesie, dà esami di Scienze dell'Educazione, seguito dall'Università Bicocca.

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