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Cronaca Novoli

Novoli, il comitato contro le lucciole: “Renzi segua il modello Cacciari”

Il Comitato Vivere Novoli contro la prostituzione nel quartiere 5 propone una soluzione al sindaco. Intanto si pensa a delle ronde per disincentivare i clienti

“Il nostro obbiettivo è quello di rendere Novoli un quartiere normale”. Era il febbraio 2010 quando si costituì il comitato Vivere Novoli. Dopo quasi due anni dalla nascita l’ambizione resta la stessa, immutata. Un manipolo di residenti che si sono tirati su le maniche, tutti a remare verso un’unica direzione: migliorare la qualità del quartiere. Novoli è un bel mistero, un vero e proprio enigma. Per chi non ci vive, risulta persino difficile comprendere le tematiche fatte affiorare dal comitato in questi mesi di duro lavoro. Ed è anche normale.

A gennaio sarà inaugurato l’anno giudiziario nel nuovo palazzo di giustizia; il polo universitario delle scienze sociali è una realtà che è andata man mano consolidandosi; nell’area si è eretta la sede centrale della Cassa di Risparmio di Firenze. Inoltre tra qualche giorno apriranno i battenti le cinque sale cinematografiche del multiplex, che andranno a completare una struttura in cui già operano, anche se da pochissimo, H&M e la nuovissima palestra Virgin. Per non parlare della linea 2 della tramvia, che attraverserà il quartiere lungo l’asse di via di Novoli. “Da quando ci siamo fatti sentire – affermano i portavoce di Vivere Novoli – qualcosa è cambiato. Abbiamo ottenuto qualche successo, ma non basta. Novoli rimane un quartiere che vive solo di giorno. Scoccate le cinque, gli uffici si svuotano, ed il quartiere prende le fattezze di un dormitorio”.
Ed è questo il punto su cui martellano costantemente coloro che si adoperano per ridare luce e vita al quartiere. “La gente ha voglia di uscire la sera” dicono i rappresentati del comitato. Cosa manca allora per realizzare il miracolo? Tre temi da risolvere, tre questioni cruciali per i residenti: prostituzione, traffico, spazi di aggregazione. L’ordine non è casuale, rispecchia fedelmente la classifica delle priorità. Il fenomeno della prostituzione è il tema centrale, da queste parti sentito come una vera e propria piaga. Tanto da proporre al sindaco Matteo Renzi di “regolamentarla”, o meglio trasferirla in zone meno urbane. “Non abbiamo niente contro quelle povere ragazze – dicono i rappresentanti di Vivere Novoli – che per altro sono solo delle vittime. Ci piacerebbe che il sindaco Renzi anche da noi applicasse il modello Cacciari”. In breve l’ex sindaco di Venezia traslò le lucciole dal centro della città all’area industriale di Mestre. “Non potendosi opporre – continuano – Cacciari convinse prostitute e protettori a gravare in un’area non interessata dal tessuto urbano. Noi chiediamo che al nostro sindaco di adoperarsi in tal senso. Se non è possibile fermare il fenomeno, spostarlo in zone di Firenze non residenziali”.

Detta così potrebbe sembrare il classico scaricabarile tutto italiano, della serie in tutti i posti meno che qui. Niente affatto, il comitato si smarca subito da questa filosofia: “Intendiamoci, non vogliamo assolutamente scaricare il problema su altre zone della città. Sarebbe ingiusto. Pensiamo tuttavia esistano aree cittadine, periferiche, che possono contenere il fenomeno perché prive di strutture residenziali”. Come dire, se il fenomeno non può essere sradicato dalla trama sociale, i cittadini chiedono di limitarlo, circoscriverlo in zone altre, lontane. “Il problema vero – ripetono i rappresentanti del comitato – è che qui non ne possiamo davvero più. Siamo vicini al punto di rottura. I segnali sono sempre più inquietanti, e nei residenti serpeggia l’idea di farsi giustizia da soli”.

RONDE -  In che modo? C’è chi sta proponendo di fare delle ronde con tanto di torcia e macchina fotografica: “Non vorremmo farlo –spiegano – ma se nessuno ci ascolterà saremo costretti a girare per le stradine del quartiere, illuminare le targhe, fotografarle e pubblicarle nel sito”. Extrema ratio, chiaro, ma c’è chi ne parla. Non solo un problema numerico tuttavia, che c’è ed esiste; basta passare la sera con la macchina nel triangolo delimitato da via di Novoli, via Forlanini e viale Guidoni, per entrare in sintonia con il fenomeno. C’è un altro problema che affligge le famiglie: clienti e prostitute si appartano nei giardini del quartiere, a pochi passi da case e portoni. Poca privacy, più sicurezza per le ragazze. Tutto questo torna ed allo stesso tempo non torna. Ed è facile capire il perchè.

Prostituzione al primo posto, un vero e proprio ritornello; ma c'è ben altro. “Abbiamo bisogno di centri di aggregazione: ludoteche, progetti per i giovani, dai poli sportivi ai laboratori teatrali. Ci piacerebbe per dire essere coinvolti nel cartellone dell’estate fiorentina. Non sarebbe male se anche da noi fossero organizzate mostre estemporanee. Perché, per esempio, non possiamo avere un polo culturale in stile Murate?”. Idee a non finire, lavori in corso, cantina sempre aperta: “Ora abbiamo il parco di San Donato, perché non pensare ad un vero mercato settimanale in pianta stabile. C’è dappertutto, meno che qui. Perché?”.

FARO - Inaugurata la palestra Virgin, a pochi giorni dall’apertura del multiplex, per il comitato Vivere Novoli c’è materiale su cui lavorare. Il nuovo quartiere multifunzionale, bistrattato da molti, sommerso da polemiche, per molti dei residenti tuttavia rappresenta una boccata di ossigeno. “Solo chi non vive qui non si rende conto di quanto sia cruciale l’apertura del multisala. Più luce, più vita, di conseguenza meno prostituzione”. Il vento del cambiamento da queste parti passa da queste traiettorie. Raggiunto un obbiettivo si passa ad altro. Materiale ce n'è tanto, forse troppo. Così la battaglia del comitato, se fino ad oggi si è concentrata sull’apertura dell’immobile, oggi entra dentro le stanze del palazzone. “Stiamo chiedendo al Comune di dedicare almeno 1000 metri quadrati della struttura per scopi e fini di interesse sociale, come la possibilità di dedicare una sala (8 in futuro) al teatro” affermano. Proposte, insomma.

TRAMVIA - Problemi e risorse, temi che a volte si fondono insieme. Come il caso della tramvia. Risorsa nel tempo, ma per adesso spettro di disagio vero. Arriveranno i cantieri e graveranno su Novoli per giorni, mesi, anni: almeno due. Attività commerciali a rischio chiusura, residenti che dovranno sopportare la mole ed il peso dei lavori. “Sappiamo che la tramvia – concludono – apporterà benessere alla vita del quartiere, ma non vorremmo che nei mesi che si frapporranno da qui alla completa realizzazione dell’opera le strade si impoverissero ancora di più. Sarebbe un delitto. Per questo noi esigiamo certezza nei tempi di realizzazione. Impegni veri, vietato giocare, e nel frattempo uno studio sulla mobilità che tenga conto della cantierizzazione da una parte e della mole di traffico che temiamo possa invadere le strade di Novoli dopo l’apertura del nuovo palazzo di giustizia”.
 

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