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Cronaca Rifredi / Via Policarpo Petrocchi

Firenze ricorderà Korczak, il maestro eroe morto in un campo di sterminio

Sarà realizzata un'opera di street art sulla parete della scuola primaria Fanciulli di via Policarpo Petrocchi

Ottanta metri quadrati per ricordare il maestro eroe Janusz Korczak, morto in un lager insieme ai suoi bambini. È l’opera d’arte urbana che sarà realizzata sulla parete della scuola primaria Fanciulli di via Policarpo Petrocchi, nel Quartiere 5, che sarà inaugurata per celebrare il Giorno della Memoria. L’idea di realizzare questa opera di street art dedicata al medico e maestro Korczak è dell’assessore all’educazione Sara Funaro, che dopo aver condiviso e lavorato insieme al progetto con l’assessore alle politiche giovanili Cosimo Guccione, ha portato ieri la delibera in giunta a firma congiunta. “Un murale dedicato ad un grande uomo – ha detto l’assessore Funaro – per fare in modo che la sua figura, il suo grande spessore di medico pedagogista e di maestro, possa essere conosciuta, ricordata e tramandata. Oltre al grande contributo educativo che ha dato, tanto che le sue opere sono alla base della Carta Internazionale dei diritti del fanciullo, salì con i suoi bambini sul treno che li condusse ai campi di sterminio, dove è poi morto senza abbandonarli. La scuola è il luogo migliore per ricordarlo. Oltre al murale abbiamo deciso di organizzare insieme alla direzione scolastica anche attività con i bambini su questo tema perché sono le nuove generazioni che tramandano il valore della memoria”.

“Non basta ricordare – ha dichiarato l'assessore Guccione – bisogna educare i giovani alla memoria. La Shoa, quella pagine di oltre 70 anni fa li riguarda più di altri. La memoria non è un ricordo, è qualcosa che ha a che fare con la nostra vita sia personale che sociale e politica".

L'opera è stata affidata all'artista Ache 77 ed avrà una grande importanza sociale veicolando il tema dei diritti e l'importanza della memoria storica”.

Chi era Janusz Korczak

Korczak era un medico pedagogista ebreo e fondò la Casa dell’Orfano a Varsavia nella prima metà del secolo scorso, un istituto dove accoglieva i bambini ebrei poveri e senza famiglia, integrandoli in una piccola comunità avanzatissima come sistema educativo, dove i ragazzi sperimentavano l’accoglienza, il rispetto e una grande attenzione nei loro confronti. I suoi metodi, che portavano i bambini ad essere membri attivi chiamati alla partecipazione, alla condivisione delle regole e alla solidarietà, hanno fatto sì che le sue opere siano alla base della Carta internazionale dei diritti del fanciullo. Amava talmente tanto i ‘suoi’ bambini che non li abbandonò mai, anche quando gli dettero la possibilità di trasferirsi all’estero, stando loro vicino nel ghetto di Varsavia e salendo con loro sul treno che li avrebbe condotti allo sterminio. Morì nel campo di sterminio di Treblinka nel 1942. La realizzazione dell’opera è affidata alla street artist Ache77, artista che vive a Firenze da anni e si esprime attraverso la tecnica dello stencil e della serigrafia, utilizzando materiali di ogni tipo e realizzando opere su superfici di ogni grandezza

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