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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Morti sul lavoro, la sorella di Fabio: “Aveva 21 anni, diteci com'è morto”

La testimonianza del padre Roberto e della sorella Giulia a Palazzo Vecchio, nel 2018 in Italia già oltre 700 morti

“Non vogliamo né soldi né vendetta. Niente può renderci nostro figlio ma come tutti vogliamo giustizia, vogliamo sapere perché sia potuta succedere una cosa del genere. A tutt’oggi non sappiamo ancora come è stato esattamente l’incidente e soprattutto non abbiamo più avuto notizie dell’indagine e se e quando ci sarà il processo. Togliere i figli ad una famiglia e ad una comunità significa toglierci il futuro e la speranza, per questo bisogna fare in modo che queste cose non succedano più. Chiediamo anche a tutti voi di fare qualcosa per questo”.

Sono le parole, questa mattina di Roberto e Giulia Rossini, padre e sorella di Fabio, morto a 21 anni sul lavoro a Signa il 28 aprile 2017. Il Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, dove è avvenuto l'intervento, si commuove e si alza in piedi per applaudire, durante il convegno “Al lavoro in sicurezza” organizzato da Cgil-Cisl-Uil Firenze.

I tre sindacati, convinti che “non bisogna occuparsi di salute e sicurezza sul lavoro solo con un approccio emergenziale”, hanno chiesto a categorie e istituzioni “una battaglia comune ancora più forte per garantire l’incolumità di chi lavora, una battaglia che sia di tutti, lavoro, imprese, istituzioni e perché no anche cittadini, che con senso civico possono segnalare. Ciascuno con le sue funzioni e competenze ma tutti con un progetto strategico condiviso”. Questo, anche a partire da esperienze già in campo come il Protocollo sugli appalti e il tavolo di monitoraggio in Prefettura.

Prima del convegno (a cui sono intervenuti l’assessore al lavoro Federico Gianassi ed esponenti di Asl settore Pisll - Prevenzione Igiene e Sicurezza nei luoghi di lavoro -, Inps, Cna, Confindustria e Confesercenti), nell’Arengario di Palazzo Vecchio si è svolta una cerimonia in ricordo delle vittime sul lavoro, osservando un minuto di silenzio e componendo - con degli elmetti antinfortunistici - il numero dei morti sul lavoro secondo i dati Inail nei primi 8 mesi del 2018 in Italia, cioè 713.

“In Città Metropolitana sommando tecnici del servizio Pisll, ispettori dell’Inps, dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro e quelli Inail di fatto c’è un ispettore ogni mille aziende: c’è bisogno di rafforzare la presenza sui territori. E poi abbiamo bisogno di maggiore coordinamento tra tutti i soggetti in modo da produrre maggiore efficienza ed efficacia, sull’esempio della task force della Regione per i controlli nelle aziende cinesi a Prato. Nel nostro territorio, su questi temi, va aperto anche un dossier su turismo e commercio, settori dove sono diventati numerosi gli incidenti sul lavoro”, ha detto Paola Galgani, segretaria generale Cgil Firenze.

“Nei primi 8 mesi del 2018 i morti sul lavoro in Italia sono stati 713. A fine anno saranno oltre mille. Il triplo delle vittime dei terremoti dell’Aquila o di Amatrice. Una strage a cui non diamo la necessaria attenzione. Quando c’è un morto sul lavoro, oltre alle responsabilità personali, c’anche una responsabilità sociale collettiva. Tutti devono fare la propria parte, anche noi come sindacato, impegnandoci a far crescere la cultura della sicurezza nei lavoratori e non lasciando mai indietro nella contrattazione l’impegno per la sicurezza”, ha aggiunto Roberto Pistonina, segretario generale Cisl Firenze). Ha concluso Paola Vecchiarino (segreteria Uil Toscana): “Non ci dobbiamo fermare a questa iniziativa, per quanto importante e partecipata, ma l’attenzione per i temi della sicurezza sui luoghi di lavoro deve restare alta quotidianamente con un impegno costante per la tutela la salute e la vita di ogni lavoratore. È intollerabile per un paese civile che ancora oggi si possa morire di lavoro”.

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