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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Isolotto

Morte di Duccio Dini: arresti nelle case popolari, arriva Salvini

Le misure cautelari a seguito degli approfondimento investigativi

Organizzati per una spedizione punitiva con l'intento di uccidere. Per questo altri quattro cittadini rom, due dei quali già noti alle forze dell'ordine, di età compresa tra i 20 e 39 anni, questa mattina sono stati accompagnati nel carcere di Sollicciano. Per tutti l'accusa è di tentato omicidio, per due anche di omicidio doloso visto che sarebbero stati coinvolti attivamente nella morte di Duccio Dini, il 29enne travolto al termine dell'inseguimento avvenuto a giugno in Via Canova. I quattro, due macedoni e due italiani, sono stati prelevati questa mattina dalle case popolari dove alloggiavano, uno da un'amica a Scandicci.

I carabinieri hanno ricostruito l'intero episodio, cristallizando - ha chiarito il comandante del nucleo operativo Carmine Rosciano - posizioni e ruoli nella vicenda. Da quanto ricostruito, l'obbiettivo della "batteria" uscita su tre mezzi distinti dal campo nomadi del Poderaccio sarebbe stato quello di eliminare un 43enne con cui alcuni di loro erano imparentati. Questo dopo che nei giorni precedenti il 43enne era venuto alle mani con il suocero, già in carcere insieme ad un 36enne dopo l'inseguimento, a seguito di una discussione sulla sua vita privata: la figlia dell'uomo aveva deciso di lasciare il marito perchè l'avrebbe maltrattata per un lungo periodo. Maltrattamenti che avevano ingenerato la discussione e la lite tra i due. 

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LA SPEDIZIONE 

Domenica 10 giugno uno degli arrestati odierni aveva tentato di bloccare il 43enne nel parcheggio dell'Esselunga speronando la sua vettura - una Opel Zafira - con una Lancia Libra rossa dopo però che avrebbe comunicato agli altri arrestati la posizione del loro obbiettivo. Quest'ultimo di ritorno da un giro con il figlio. L'inseguimento partì proprio nel piazzale del supermercato. Vedendo la situazione un carabiniere, libero dal servizio, aveva tentato di bloccarli ma per poco non è rimasto travolto. Quindi la corsa a oltre 100 km/h su via Canova. Davanti la Zafira dietro la Volvo S60 e la Lancia Libra, e ancora più in lontananza un furgoncino con a bordo due degli arrestati di questa mattina. Quest'ultimi non sarebbero  riusciti ad avvicinarsi perchè al mezzo si era forato un pneumatico. 

Quale fosse l'intento si intuisce anche visionando i filmati delle telecamere del comune di Firenze. Durante la fuga, un passeggero dell'auto inseguitrici ha brandito una mazza da baseball all'esterno del finestrino.
La Opel Zafira è stata speronata più volte, fino a quando il conducente, il 43enne appunto, non ha perso il controllo della vettura che si è andata a schiantare prendendo fuoco. L'uomo, sebbene fosse piuttosto ferito, ha cercato riparo su un albero per evitare di essere raggiunto dallo squadrone punitivo. Un'altra delle auto coinvolte ha colpito un'utilitaria ferma al semaforo dell'incrocio - oltre al padre vi erano due bambini al di sotto dei 10 anni - per poi carambolare anche sullo scooter di Duccio Dini che verrà sbalzato a oltre una decina di metri. Il 29enne si spegnerà dopo un giorno di agonia in ospedale. 
L'attività investigativa dell'Arma però non si è conclusa. I carabinieri stanno eseguendo  accertamenti, utilizzando il dna, per eventuali ulteriori riscontri. 

In merito agli arresti è intervenuto anche il ministro dell'Interno Matteo Salvini su Facebook: "Blitz dei Carabinieri all’alba, arrestati altri 4 Rom per l’omicidio di Duccio Dini, travolto mentre questi delinquenti si inseguivano a folle velocità per le strade di Firenze. Devono MARCIRE in galera. Tornerò presto in città, questo ragazzo merita giustizia. Chi sbaglia paga".

Tensione all'Isolotto: in centinaia chiedono giustizia per Duccio / ©Alessandro Busi

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