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Cronaca

Migranti, in arrivo nuove ondate: a settembre 6500 in Toscana 

Riunione in Regione e appello ai sindaci

Sono quasi cinquemilacento i migranti arrivati in Toscana nel giro di un anno: settecento solo a luglio. E, secondo le stime, potrebbero arriva a 6500 a settembre. Per questo l’amministrazione regionale ieri ha rinnovato - in una riunione a Palazzo Strozzi Sacrati - l’appello ai sindaci che non hanno risposto alla chiamata sull’accoglienza. Continuando a sostenere quel modello, centri piccoli e diffusi, per evitare la costruzioni di tendopoli, adottato dalla Toscana già nel 2011. Va detto che la portata di questa emergenza supera di gran lunga quella di qualche anno fa. Fra il 2011 e 2013 furono molti di meno: cinquecento dalla Tunisia, altri mille e trecento provenienti dall'intero continente africano e in fuga dalla Libia. Furono ospitati in oltre cento centri. Qualcuno rimase pochi giorni, altri si trattennero più a lungo: mai sono stati più di mille e seicento allo stesso tempo.

"Ad oggi – ha spiegato l’assessore Bugli – sono ancora un centinaio i Comuni che sembra non abbiamo ancora risposto all'appello: oltre un terzo. Altri Comuni di profughi ne stanno ospitando invece meno di quanti potrebbero". Numeri che spingono la Regione a rinnovare l'appello a fornire ciascuno il proprio contributo. Con un sottolineatura: "Ci adopereremo – ha detto il presidente Enrico Rossi - nel trovare una soluzione anche in quei Comuni che diranno no".

Per fronteggiare le intense ondate migratorie si cercano alloggi: edifici non utilizzati, case vuote, casolari di campagna, pubblici o privati. I fondi nazionali mettono a disposizione 35 euro al giorno per ogni profugo, tra vitto e alloggio. L'alternativa possono essere capannoni dismessi da riadattare ad abitazioni o moduli abitativo simili a quelli usati in caso di alluvioni o terremoti. 

Inoltre per rendere il modello ancor più sostenibile “grazie anche agli accordi presi dalla Regione con l'Inail e un protocollo messo a disposizione di tutti gli attori, che le associazioni stanno firmando in questi giorni, d'ora in poi potranno ancora più facilmente essere impiegati su base volontaria (gratuitamente) in piccole manutenzioni e lavori socialmente utili per la comunità, muniti di adeguata copertura assicurativa a costo zero per enti e committenti”.

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