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Cronaca

Emergenza flussi: in arrivo 3mila migranti in Toscana 

“Criteri del Governo per redistribuzione penalizzano la Toscana”

Mercoledì si è riunito in prefettura il tavolo di coordinamento regionale sui flussi migratori, alla presenza di prefetti e questori delle province toscane, dei sindaci dei Comuni capoluogo di provincia e del presidente di ANCI Toscana.

A questo incontro erano stati invitati, oltre al presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, gli assessori Stefano Ciuoffo (immigrazione), Serena Spinelli (politiche sociali) e Monia Monni (Protezione Civile). Il prefetto Francesca Ferrandino ha informato i partecipanti che, dai dati forniti direttamente dal Ministero dell’interno, in Toscana arriveranno oltre 3000 migranti (si stima a livello nazionale di raggiungere la soglia dei 50.000 arrivi) e che il criterio assunto dal Governo per la redistribuzione dei cittadini stranieri si baserà per il 70 per cento della popolazione residente in ciascuna regione e per il 30 per cento sull’estensione territoriale.

“Il criterio scelto dal Governo nazionale nuovamente penalizza la Toscana - afferma il presidente Eugenio Giani - la quale come noto è tra le prime regioni italiane per estensione territoriale. Prendiamo atto di come tale criterio venga utilizzato dal Governo solo in determinate occasioni e non su tutte le questioni, penso alla ripartizione dei trasferimenti sanitari, che impattano direttamente le Regioni”.

La ripartizione, presentata in tale riunione, comporterà una distribuzione diversa del flusso dei migranti tra le province della Toscana, andando a interessare maggiormente i territori di Siena, Grosseto ed Arezzo. “Il criterio di ripartizione che viene utilizzato dal Governo e che mostra tutti i suoi limiti - affermano il presidente Giani e gli assessori Ciuoffo, Monni e Spinelli - è corretto che venga applicato in modo omogeneo su tutta la regione. Abbiamo confermato la volontà di Regione Toscana nel fare la sua parte, come è stato dimostrato nei recenti sbarchi nei porti di Livorno e di Carrara, ma allo stesso tempo abbiamo ribadito che serve un cambio di passo ed un ascolto maggiore dell’intero mondo del terzo settore, che negli ultimi anni si è allontanato dalla gestione dell’accoglienza, soprattutto riguardo ai CAS.”

Da parte delle prefetture è stata confermata la volontà ad un confronto maggiore con il terzo settore, cercando per quanto possibile di evitare soluzioni che siano in contrasto con i territori, attraverso un dialogo costante e continuo con i sindaci e gli amministratori locali.

“Il modello dei CAS nasce da un approccio di carattere emergenziale, ma come hanno confermato anche alcuni rappresentanti dei comuni capoluogo - confermano gli assessori regionali Ciuoffo, Monni e Spinelli - le risposte che le istituzioni pubbliche devono riuscire a dare di fronte al fenomeno dei flussi migratori non possono che essere di carattere strutturale. Il Governo ha deciso di non aumentare le risorse per i Sistemi di Accoglienza Integrata (SAI) ed ha, sostanzialmente, ridimensionato questa esperienza, andando a consolidare un metodo di conduzione del fenomeno che è tutto legato all’emergenza.”

La riunione si è conclusa con la presa d’atto del criterio del riparto dei cittadini migranti e con la volontà di maggiore collaborazione tra prefetture e amministrazioni locali, al fine di individuare le soluzioni migliori per le comunità e per chi verrà ospitato.

“Serve una revisione dei capitolati dei nuovi bandi per la gestione dei Centri di Accoglienza Straordinaria - concludono Ciuoffo, Monni e Spinelli - che diano la possibilità di svolgere delle vere attività di integrazione di questi cittadini, altrimenti il quadro non cambierà ed il tessuto associativo, che ha sempre caratterizzato la nostra regione, andrà lentamente a sfibrarsi. Stesso impegno serve sui minori non accompagnati, che oggi sono raccolti solo in poche realtà e in un numero eccessivamente esiguo di Comuni. Ogni territorio deve fare la sua parte”.

Sul tema dei minori non accompagnati è stato ribadito e richiesto un maggior coinvolgimento da parte di quelle prefetture che oggi vedono poche strutture ad essi dedicate, affinché vi sia maggiore solidarietà e omogeneità sull’intero territorio della Toscana.

Il commento dell’assessore di Firenze 

“Dai numeri emersi alla riunione in prefettura è evidente che, rispetto alla scorsa estate, gli arrivi sono quintuplicati e sono in controtendenza con le dichiarazioni e le promesse fatte in campagna elettorale dagli esponenti del governo"- dichiara l’assessore comunale a Welfare e Immigrazione Sara Funaro.

“I criteri di distribuzione stabiliti dal governo di fatto penalizzano la nostra regione e non tengono conto delle accoglienze già esistenti e dei minori non accompagnati presenti sul territorio con numeri enormi, come nel caso del Comune di Firenze. Il governo sta affrontando questa emergenza, penalizzando il Terzo settore e il sistema Sai, che creava i presupposti per una vera inclusione. Firenze come sempre è pronta a fare la propria parte, come dimostriamo su tanti fronti, ma non si può prescindere dalle situazioni dei territori, altrimenti anziché lavorare sull’accoglienza e sull’inclusione si lavora solo sull’emergenza”.

Il segretario del Pd toscano

“La collaborazione tra istituzioni in tema di politiche di accoglienza è fondamentale e deve rafforzarsi. Gli sbarchi di migranti continuano e la Regione Toscana sta dando prova di grande responsabilità ed efficienza, ma l’atteggiamento del Governo nazionale deve cambiare, sia nella distribuzione territoriale, sia nell’accoglienza. La destra ha ottenuto il consenso per guidare il Paese anche promettendo la diminuzione dei flussi migratori, ma le cose non sono andate così, come confermano i numeri presentati ieri in prefettura a Firenze" - così Emiliano Fossi, segretario del Pd toscano.

"In Toscana abbiamo un modello di accoglienza diffusa che va salvaguardato, mentre i piani del governo stanno scardinando i Sai, i Sistemi di accoglienza integrata. Il terzo settore, che è protagonista da sempre dell’accoglienza, ora rischia di restare ai margini perché gli attuali bandi per la gestione dei Cas, Centri di accoglienza straordinaria, non sono sostenibili, sia economicamente, sia come attività realizzabili, limitando l’azione alla gestione dei bisogni primari di sussistenza ed escludendo integrazione e mediazione che invece sono le finalità delle associazioni che partecipano". 

"Anche sul fronte politico siamo da sempre apripista in tema di umanità e diritti alla persona, tanto che nel 2019 la Regione Toscana ha varato la cosiddetta legge del “buon samaritano” per cui tutte le persone che qui dimorano, anche prive di permesso di soggiorno, hanno diritto alle cure mediche essenziali, all’alimentazione, a una dimora temporanea e all’istruzione. Davanti al lassismo del Governo chiediamo uno sforzo ulteriore alla Regione affinché sia rifinanziata quella legge. Detto questo, dobbiamo denunciare come il Governo faccia propaganda nazionale e poi faccia ricadere sui territori la gestione dei problemi”. 

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