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Mercato San Lorenzo, il Consiglio di Stato frena il trasloco dei banchi

Dopo la sentenza del Tar che aveva rigettato la sospensiva in attesa dell'udienza, nell'appello, il giudice ha dato ragione a 12 ambulanti ricorsi: tutto fermo fino al 4 maggio

Banchi di San Lorenzo, dai pranzi con il sindaco Renzi alle aule giudiziarie; la partita del mercato più famoso di Firenze oscilla come la punta di un sismografo impazzito. Delibere, sentenze, proteste, interesse pubblico, in un tourbillon di fatti ed eventi che si sono susseguiti a ritmo forzato. E ieri, a questa vicenda tortuosa, si è aggiunto un ulteriore capitolo, di portata e peso significativi: il Consiglio di Stato infatti ha accolto la richiesta di sospensiva di 12 ambulanti del mercato. Quale sospensiva? Quella che mette tra parentesi la contestatissima delibera approvata  lo scorso 23 dicembre in Palazzo Vecchio; per intenderci la stessa che obbligherebbe gli 83 banchini che corrono lungo la basilica di San Lorenzo, compreso facciata e Cappelle Medicee, a traslocare in piazza del Mercato Centrale, oppure, sempre secondo ipotesi dell’amministrazione, in altri lidi come la tanto vituperata via Panicale.

Così il Consiglio di Stato, l’appello per le questioni amministrative, si è espresso controvertendo il parere del Tar, che giusto dieci giorni fa, il 4 aprile, aveva rigettato le richieste degli ambulanti. Non è certo una sentenza, il giudice non ha fatto altro che mettere in stand-by i tempi dell’iter amministrativo, ma è pur sempre un segnale di notevole rilevanza. Se infatti il Tribunale amministrativo, in attesa della discussione in aula vera e propria, non aveva trovato nessun elemento per mettere a bagnomaria la delibera comunale, per i giudici dell’appello il provvedimento stazionerà sterile negli uffici dell’amministrazione cittadina per altri 20 giorni. Giusto il tempo di arrivare al 4 maggio, quando il Consiglio di Stato si esprimerà sulla scelta intrapresa dal Tar, ovvero la mancata sospensiva. Un pausa breve, brevissima, il tempo di un sospiro. Un iter rapidissimo, che comunque espone e non poco il fianco del Comune, sindaco Matteo Renzi in primis. Tutto il meccanismo infatti per ora si è sospeso, ma gli ingranaggi potrebbero saltare e la macchina fermarsi bruscamente.

Tra i banchini in molti comunque predicano prudenza. Quando si gioca a scacchi ogni mossa ha un peso che si ripercuote nel resto della partita. E la tempistica della sospensiva porta con sé un si ed un no. Il sindaco di Firenze, infatti, all’indomani delle parole pronunciate dal Tar era stato più che chiaro: “Siamo disposti a riaprire il dialogo in ogni momento purché non si alteri il senso della delibera e non si proceda a colpi di ricorsi e sentenze”. Da qui il consueto pranzo di Renzi in San Lorenzo seduto al fianco dei rappresentanti di categoria, seguito dal vertice in Palazzo Vecchio con il vicesindaco Dario Nardella, dove il Comune ha accolto la richiesta dei commercianti: una proroga all’entrata in vigore della delibera. Tempo, qualche settimana; per far cosa? Presentare un nuovo o nuove soluzioni per venir fuori dal vespaio interi e non con le ossa rotte. Per questo, oggi, il lungo ‘lombrico’ di teloni beige era pervaso dai toni e le parole della tregua. “Noi vogliamo il bene di Firenze – ha sottolineato Mauro Bufalari, un ambulante del mercato – la sospensiva del Consiglio di Stato non cambia niente, visto che il Comune ci aveva già concesso una proroga. Nei prossimi gironi presenteremo i nostri progetti, e continueremo il dialogo con l’amministrazione. A noi preme che il Comune trovi soluzioni economicamente dignitose per noi e per le nostre famiglie”.
 

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