Meningite C, in Toscana 12 casi: possibilità di batteri “iperaggressivi”
La Regione Toscana fa il punto dopo i decessi legati al meningococco di tipo C. Stabilite le linee guida per evitare l'eventuale circolazione di batteri particolarmente aggressivi
Dall’inizio dell’anno sono 12 i casi di meningite di tipo “C” verificatisi in Toscana. Cinque di questi nel territorio della Asl11 di Empoli, su soggetti di età variabile tra i 12 ed i 57 anni. Tre sono state sepsi, trattate in terapia intensiva, risultate però letali. La Regione ha diffuso i dati precisando come pur non essendoci “caratteristiche epidemiche, la vicinanza di tali casi nel tempo (due mesi) e nello spazio (in un raggio di 15 km) lascia intravedere la possibilità che in quest'area stiano circolando batteri non solo di tipo C appartenenti a cloni diversi dal solito”.
Altri 7 casi di tipo C si sono verificati più sporadicamente anche in altre zone della Toscana, nelle province di Firenze, Pistoia, Lucca, Pisa, Prato.
Già dalle scorse settimane la Regione Toscana ha rafforzato la rete di contatti con le strutture di riferimento sanitario regionale (prevenzione, ospedali, laboratori…), ma anche con l'Istituto Superiore di Sanità che supporta le decisioni locali e regionali dall'alto dell'esperienza e della visione nazionale e internazionale dei fenomeni.
Nel corso di una teleconferenza che si è tenuta ieri fra gli stessi Enti, è stato delineato lo scenario epidemiologico, analizzando sia le iniziative preventive che sono state adottate, sia le ipotesi per l'approfondimento delle cause e dei determinanti del fenomeno. Gli esperti che hanno partecipato hanno constatato la pertinenza e la tempestività con cui sono state attuate le misure per il controllo della trasmissione dell'infezione.
Le decisioni che sono scaturite dai confronti sono state le seguenti: mantenimento dei livelli di sorveglianza e di consapevolezza diagnostica da parte dei medici; rafforzamento dei messaggi educazionali rivolti alla popolazione per l'attuazione puntuale delle pratiche volte al controllo della diffusione delle infezioni a trasmissione aerea; identificazione di eventuali cloni iperaggressivi del ceppo meningococco C; offerta della vaccinazione contro il meningococco, oltre che nella prima infanzia, anche a tutti i ragazzi, già vaccinati e non, appartenenti alla fascia di età 11-18 anni (dal compimento dell'11° al compimento del 18° anno); l'estensione per l'Asl 11 dell'offerta attiva della vaccinazione contro il meningococco C anche agli adulti residenti da 18 a 45 anni (dal compimento del 18° al compimento del 45° anno). Tale vaccinazione viene effettuata dai medici di famiglia.
Questi provvedimenti “hanno lo scopo di limitare l'eventuale circolazione di batteri particolarmente aggressivi nell'area maggiormente interessata al fenomeno, e di proteggere i soggetti di età a maggior rischio”.