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Cronaca

Aborto: vita dura per i medici obiettori, anche la Toscana li blocca

Il Consiglio dice sì alla mozione di Sì Toscana a Sinistra: il Pd si spacca

Il Partito democratico sbanda sull'aborto. Il Consiglio regionale ha approvato con 22 sì, 9 no e un astenuto, una mozione che chiede alla giunta di impegnarsi a garantire il controllo nelle Asl dell'applicazione della legge sull'interruzione di gravidanza e di indire, nei casi di un'alta incidenza di medici obiettori, concorsi pubblici che segnalino fra i requisiti la disponibilità a praticare gli aborti, come già accaduto in Lazio. L'atto è stato presentato dal consigliere di Sì - Toscana a Sinistra, Paolo Sarti, ma ha raccolto le adesioni anche delle esponenti del Pd Monia Monni, Alessandra Nardini, Valentina Vadi e Fiammetta Caporossi, oltre che di Serena Spinelli di Art. 1 - Mdp e della pentastellata, Irene Galletti.

Ad avviso di Paolo Sarti, la 194 è "una legge che ha dato i suoi risultati e che lo Stato deve far rispettare. L'interruzione della gravidanza - ha avvertito -non è solo un problema della donna ma è un problema di tutti". Per Claudio Borghi, portavoce dell'opposizione ed esponente della Lega Nord, "siamo di fronte ad un tema etico, sul quale non ci può essere indicazione di partito".

In nome della diversa motivazione di coscienza si è registrata una divaricazione all'interno del Pd. Da una parte Alessandra Nardini ha notato, annunciando il proprio voto favorevole sulla mozione, che "non stiamo parlando di una guerra di religione, ma della difesa di un diritto, di una legge che è frutto di tante battaglie". Di diverso avviso Stefano Baccelli che, a nome anche della vice presidente dell'assemblea toscana Lucia De Robertis, ha espresso un voto contrario sul testo della mozione bollandola come "ideologica, e a tratti discriminatoria nei confronti dei medici".

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