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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Caso Martina Rossi, confermate le condanne a 3 anni per Vanneschi e Albertoni: "Morta per fuggire da tentato stupro"

Dalla Cassazione la pronuncia definitiva. Già prescritte le accuse per i reati di morte in conseguenza di altro reato e omissione di soccorso, la madre: "Finalmente la verità, non hanno avuto pietà"

Confermate dalla Cassazione, come riporta l'agenzia Adnkronos, le condanne a 3 anni per Luca Vanneschi e Alessandro Albertoni, i due aretini condannati per tentata violenza sessuale di gruppo in relazione alla morte di Martina Rossi, la studentessa ventenne genovese deceduta il 3 agosto 2011 precipitando dalla terrazza del sesto piano dell'hotel 'Santa Ana' a Palma di Maiorca mentre, secondo l'accusa e come confermato dai giudici, cercava di fuggire da un tentativo di stupro.

Respinta dunque la tesi della difesa, che sosteneva - tesi sempre respinta con forza dai genitori della giovane e da chiunque la conoscesse - che si fosse trattato di un suicidio. Tesi che fu subito accolta dalla giustizia spagnola. Ma non dalla famiglia e dai legali della ragazza, la cui tenacia ha portato a questa sentenza.

I giudici della Quarta sezione penale della Corte di Cassazione hanno dunque dichiarato inammissibili i ricorsi dei due imputati. La sentenza definitiva, dopo un lungo e tortuoso iter giudiziario, è arrivata ieri dopo quasi due ore di camera di consiglio.

I supremi giudici, come riporta ancora Adnkronos, hanno confermato la sentenza del processo di appello bis di Firenze dello scorso 28 aprile come chiesto dal sostituto procuratore generale Elisabetta Ceniccola nel corso della sua requisitoria oggi in udienza.

In primo grado davanti al tribunale di Arezzo il 14 dicembre 2018 Vanneschi e l'amico Albertoni  vennero condannati a 6 anni di reclusione per tentato stupro e morte in conseguenza di altro reato. Il 9 giugno 2020 la Corte d'appello di Firenze li aveva assolti "perché il fatto non sussiste".

La Cassazione però il 21 gennaio scorso ha annullato la sentenza di  assoluzione disponendo un nuovo processo per i due imputati. Il processo di appello bis a Firenze lo scorso 28 aprile si è concluso con la condanna a 3 anni di Vanneschi e Albertoni per tentata violenza sessuale di gruppo.

Per i giudici della Corte d'appello di Firenze, come si legge nelle motivazioni del processo bis, appare "provato al di là di ogni ragionevole dubbio che Martina Rossi, la mattina del 3 agosto 2011, precipitò dal terrazzo della 
camera dell'albergo dove alloggiava nel tentativo di sottrarsi a una aggressione sessuale perpetrata a suo danno dagli imputati".

Da notare che altri due reati dei quali erano accusati i due imputati, omissione di soccorso (la ragazza non sarebbe infatti morta subita ma dopo diverse decine di minuti di agonia) e morte in conseguenza di altro reato, sono caduti in prescrizione.

"Non ci deve essere più nessuno che possa permettere di far del male a una donna e passarla liscia. Ora posso dire a Martina che il suo papà è triste perché lei non c'è più, ma anche soddisfatto perché il nostro Paese è riuscito a fare a giustizia", ha commentato Bruno Rossi, papà di Martina Rossi.

"Finalmente la verità, anche se quello che ha sofferto Martina non lo cancella nessuno. Non hanno avuto neanche pietà", le parole della madre, Franca Murialdo.

"Non esiste un'altra verità se non quella per cui Martina Rossi è morta per sfuggire a un tentativo di stupro ed era talmente disperata al punto da scavalcare un balcone al sesto piano. Ora la Spagna chieda scusa per come ha archiviato l'indagine (come suicidio appundo, ndr) e per il fatto che quella stanza  d'albergo venne affittata solo qualche ora dopo", ha affermato Luca Fanfani, avvocato dei genitori di Martina Rossi, subito dopo che la Cassazione ha reso definitive le condanne.

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