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Sindacati di base in corteo: è il giorno dello sciopero contro l'austerity

Circa 200 le persone che questa mattina sono partite da piazza Santa Maria Novella ed hanno sfilato lungo le strade del centro città. In piazza i Cobas e l'Usb. Al loro fianco i NoTav Firenze, i collettivi, il Cpa

Circa 200 le persone che questa mattina sono partite da piazza Santa Maria Novella ed hanno sfilato lungo le strade del centro città. In piazza, nel giorno dello sciopero generale indetto dai sindacati di base, i Cobas e l’Usb. Al loro fianco i NoTav Firenze, i collettivi, gli anarchici toscani, l’Ateneo Libertario, il Comitato comunista ‘Fosco Dinucci’.

Lo sciopero è stato indetto “contro le drastiche ricette del FMI, della BCE e dell’Unione Europea che in nome della stabilità monetaria impongono al nostro paese  rovinose politiche sociali; per un serio piano nazionale sull’occupazione basato su opere socialmente necessarie, contro ogni forma di precarietà, per il rilancio qualificato di una pubblica amministrazione al servizio dei cittadini, indipendente da potentati economici e politici, per lo sblocco dei contratti del pubblico impiego e per un rinnovo reale dei contratti del settore privato, per seri aumenti salariali e pensioni adeguate a sostenere una vita dignitosa, per la nazionalizzazione delle aziende strategiche, contro la privatizzazione dei servizi pubblici per un fisco equo che scovi gli evasori e riduca la pressione fiscale sui lavoratori dipendenti e sulle fasce più deboli della popolazione; per la difesa della scuola, dell'università, della ricerca  e della previdenza pubblica, per la regolarizzazione generalizzata di tutti i migranti e l’abolizione della Bossi Fini; per la democrazia sui posti di lavoro”.

SCIOPERO GENERALE: LE PAROLE DI SANDRO TARGETTI DEI NO TAV

CPA – Tra le sigle, le associazioni e i circoli presenti nella pancia del corteo anche il Cpa di Firenze Sud: “La difesa ad oltranza degli interessi del capitale e l’imposizione di sacrifici enormi alle classi subalterne, rappresentano gli assi portanti della gestione capitalistica della crisi”. E ancora: “I governi che si sono succeduti negli ultimi anni, siano essi di centrodestra, centrosinistra, cosiddetti ‘tecnici’ o ‘di larghe intese’, non potevano che allinearsi totalmente a queste politiche economiche, che hanno visto la pressoché totale approvazione del Parlamento e il pieno appoggio del sindacalismo confederale (Cgil, Cisl e Uil) e concertativo”. 

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