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Cronaca Careggi / via Chiuso dei Pazzi

Manifestazione a Careggi: “Vogliamo il giardino comunitario” | FOTO

Manifestazione al Sodo per chiedere al Comune di realizzare il giardino pubblico. Questo a compensazione della nuova strada realizzata tra via delle Panche e Careggi

Un centinaio di persone hanno sfidato ieri mattina freddo e pioggia per chiedere ancora una volta il tanto atteso giardino comunitario di via Chiuso dei Pazzi, lungo la strada sorta alcuni fa su una ex area agricola tra Careggi e Castello.

Per controbilanciare l’impatto dell’opera, in un’area perennemente a rischio cementificazione, da tempo privati cittadini e comitati chiedono all’amministrazione comunale la realizzazione di un giardino pubblico. Ma a 5 anni dalla realizzazione della nuova strada l’area verde è ancora recintata e del giardino non c’è traccia.

“Gli oltre 22mila metri di verde - spiegano i promotori della manifestazione -, sono di proprietà della Finbest Spa, che spera in futuro di poter costruire sull’area”. Al momento il rischio dovrebbe essere scongiurato, essendo la zona vincolata (siamo sotto Monte Morello, nei pressi delle ville Medicee), ma le pressioni della speculazione edilizia sono forti. “La tendenza è quella di spostare sempre più a monte la linea di inedificabilità”, commenta Sandro Targetti, consigliere a Campi per Rifondazione comunista (presente anche il consigliere di Sel a Palazzo Vecchio Tommaso Grassi).

Tra l’altro, i manifestanti segnalano un’incongruenza tra il Piano di indirizzo territoriale della Regione e il Piano strutturale del Comune di Firenze, che traccerebbe il vincolo di inedificabilità più a monte, lasciando temere la possibilità di nuove costruzione nell’area che doveva essere destinata a giardino. I manifestanti chiedono inoltre la gestione diretta della futura area verde, per la cui realizzazione il Comune ha nei confronti della proprietà diverse opzioni: permuta, acquisto, esproprio, affitto.

Manifestazione giardino comunitario al Sodo

Nel settembre scorso, a seguito della presentazione di 600 firme, il consiglio del Quartiere 5 votò all’unanimità una mozione in cui si impegnava a farsi promotore delle richieste dei cittadini presso l’amministrazione comunale, senza però risolvere l’impasse. Gli organizzatori dell’evento di ieri, tra cui il centro sociale Next Emerson, attivo nelle battaglie a tutela del territorio tra il Sodo e Castello, chiedono anche la realizzazione degli orti sociali di via Dazzi, e sottolineano i problemi irrisolti del quartiere: il futuro della ex-Cerdec (25mila metri quadri a rischio speculazione), la passerella pedonale tra il Sodo e il Lippi (già realizzata ma chiusa da oltre un anno), l’insicurezza dei pedoni in via delle Panche (causa marciapiedi assenti o molto stretti in numerosi tratti), l’inutilizzabilità del giardino di via di Quarto, l’abbandono del fabbricato tra via Giuliani e via Calmieri, il muro dell’Istituto Farmaceutico Militare che “asfissia” le abitazioni, il futuro della Seves.

Infine, un no secco al sottoattraversamento Tav, considerato da molti manifestanti come il problema dei problemi (e i cui cantieri sono da pochi giorni sotto sequestro della magistratura per gravi inadempienze).
I residenti del quartiere, sottoposti ad un groviglio di problematiche, non sono nuovi a manifestazione di autogestione, come quella dello scorso ottobre, quando si ritrovarono per innestare piante d’ornamento proprio in via Chiuso dei Pazzi. E anche in futuro, promettono, non mancheranno di far sentire la propria voce.

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