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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Le Mamme per il No: "Ecco il vero prezzo del sì all'inceneritore"

Andiamo oltre le Fake News, e leggiamo i dati veri: come si inizia a mettere in discussione un'opera, inizia il balletto delle cifre da pagare per l'abbandono del progetto, ma le cifre dichiarate sono totalmente prive di fondamento

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di FirenzeToday

Come si inizia a mettere in discussione un'opera, inizia il balletto delle cifre che si dovrebbero pagare per l' abbandono del progetto e inizia la gara a spararle più grosse. Questa scenetta era già andata in onda 1 anno e mezzo fa prima delle elezioni comunali a Sesto Fiorentino quando giorno dopo giorno la cifra aumentava. Era partito il direttore di Quadrifoglio con 10 milioni, poi il presidente Quadrifoglio e della partecipata Qthermo Giorgio Moretti con 20 milioni...ora tra 20 e 30 milioni. Il costo "sparato" da Giorgio Moretti per l'abbandono dell'impianto viene imputato a non ben identificate penali che, con tutta probabilità, potrebbero essere invece le spese delle consulenze di progettazione. Cifra davvero inquietante per la quale sarà opportuno che ne sia richiesto il rendiconto da parte di qualcuno dei comuni comproprietari di Quadrifoglio che è il socio di maggioranza della Società Qthermo. Sarebbe interessante ad esempio sapere quanto è costata la progettazione a cura dello studio che faceva capo al rinomato architetto Gae Aulenti. Vi è comunque un recente precedente per l'abbandono della ristrutturazione dell'impianto di incenerimento di Pontassieve, per cui è stato riconosciuto un indennizzo di "soli" 3 Milioni di Euro alla società proponente. In attesa della decisione del Consiglio di stato, si deve ricordare che, in ogni caso, è nel potere della Regione Toscana quello di revocare le autorizzazioni se ritenga che l'interesse pubblico alla cancellazione dell'impianto prevalga sulla sua realizzazione. In tal caso la società può essere indennizzata per le spese già sostenute e non altro, nella misura in cui non abbia concorso alla errata valutazione dell'interesse pubblico. Dal Piano Economico Finanziario di Qthermo non si evince infatti alcun beneficio in termini economici per i Comuni delle province di Firenze-Prato-Pistoia e quindi per i loro cittadini derivante dallo smaltimento nell'impianto di incenerimento di Firenze. Si prevede che il risparmio per gli utenti possa realizzarsi, forse, solo in una prospettiva di circa 15 anni. Il costo dello smaltimento verrebbe "blindato" contrattualmente alla considerevole cifra di 164,5 Euro/tonnellata – oggi il costo più alto in Italia - cioè un salasso di circa 30 Milioni che i cittadini residenti dovrebbero dare ogni anno a QtHermo, indipendentemente che vi siano effettivamente rifiuti provinciali, regionali o extraregionali da bruciare (cosiddetti meccanismi del "vuoto per pieno" previsti nella convenzione tra Ato Toscana Centro-Quadrifoglio-Qthermo). A questo si aggiunga il costo che tutti i cittadini italiani pagano nella bolletta dell'energia elettrica come contributo alle fonti rinnovabili a cui ‘incredibilmente' ancora oggi possono accedere anche gli impianti di incenerimento. L'energia prodotta e immessa in rete dagli impianti viene considerata infatti ‘rinnovabile' per un forfettario 50%, il che si traduce in altri Milioni di euro che i cittadini italiani verseranno ogni anno a Qthermo. A questi costi si aggiungano ancora altri Milioni di Euro per tributi speciali, addizionali, compensazioni per disagi ambientali arrecati e per costi di trattamento e smaltimento che i Comuni – ovvero i cittadini - già pagano per il mancato raggiungimento del 65% di raccolta differenziata. Ed è facilmente verificabile - dati ISPRA alla mano (www.catasto-rifiuti.isprambiente.it) - che nei Comuni dove è presente un inceneritore la raccolta differenziata rimane ben al di sotto del 65%. Per non parlare dei costi in termini di salute che ogni impianto industriale inquinante aggiunge, aumentando il rischio di incidenza di malattie respiratorie, cardiovascolari e di tumori. Alla Regione Toscana chiediamo pertanto la revisione del piano rifiuti con eliminazione del progetto dell'inceneritore di Firenze, la dismissione degli altri impianti di incenerimento e combustione in Toscana, l'avvio di politiche serie di riduzione e riciclo rifiuti con raccolta differenziata con porta a porta e tariffa puntuale (paghi in base a quanto rifiuto indifferenziato produci) e con l'incentivazione di impianti per recupero materiali, in modo da avviare a discarica sempre meno rifiuti e sempre meno pericolosi, fino a totale chiusura delle discariche con la riprogettazione di oggetti in materiali totalmente riciclabili. In Italia abbiamo esempi virtuosi con queste modalità di gestione rifiuti che sono eccellenze a livello mondiale, come il consorzio Contarina della provincia di Treviso, in cui il costo della gestione è pari a circa 100 euro/abitante/anno contro i circa 220 euro pagati in Toscana (da rapporto ISPRA 2017). Al governatore Rossi e ai sindaci toscani diciamo: basta copiare!!!

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