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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Maggio musicale, liquidazione rimandata: piano industriale entro un mese

La riunione al ministero ha portato ad un rinvio della liquidazione. Attesa per il 30 luglio, termine ultimo entro cui è stato chiesto di presentare un piano industriale. Renzi torna sulla questione degli stipendi

L' ipotesio 'liquidazione', formula emersa nel precedente tavolo al ministero per i beni e le attività culturali (Mibac) come unica strada per salvare il Maggio Musicale,  per il momento sarebbe stata rimandata.  Questo questo carpito dalle prime informazioni emerse dal tavolo romano odierno. Il Governo, la Regione e il Comune di Firenze si sono infatti impegnate nel rilancio della Fondazione del Maggio. E' stato però chiesto al commissario Francesco Bianchi un piano industriale entro il 30 luglio e, ai sindacati, di rendere strutturale il loro piano di risparmi di circa 3 milioni. Contemporaneamente ci saranno trattative con le banche per la gestione del debito pregresso di circa 37 milioni.

All'incontro, riassume una nota del Mibac, hanno partecipato i rappresentanti di Regione Toscana, Provincia e Comune di Firenze insieme al Commissario straordinario della Fondazione. "Tutti i partecipanti - si legge nel comunicato - hanno dato il loro contributo costruttivo per trovare una soluzione condivisa al fine di raggiungere l'obiettivo di un equilibrio economico, finanziario e patrimoniale della Fondazione Maggio Musicale Fiorentino. A tal fine - prosegue il ministero - dovrà essere definito un piano industriale che veda il concorso del Governo, degli Enti Locali e delle parti sociali. Perciò, per consentire al commissario l'elaborazione del piano entro il 30 luglio, i soci della Fondazione chiedono alle organizzazioni sindacali di approfondire la proposta già avanzata per ridurre strutturalmente il costo del lavoro e per ristabilire fin dal prossimo esercizio l'equilibrio economico e finanziario. Nell'ambito di questo piano - conclude la nota - la stessa richiesta di concorso al risanamento i soci la rivolgono anche agli istituti creditori".

Non manca una voce fuori dal coro. E’ quella del sindaco Matteo Renzi che ha deciso di non partecipare al vertice a discutere del Maggio. “ Andare a Roma a fare riunioni inutili mi sembra abbastanza fuori luogo". E "alla riunione di oggi non sono andato perché l'altra volta si è assunta una decisione e il giorno dopo ho appreso dai giornali che era stata cambiata idea. Stavolta resto a casa. L'incontro me lo faccio spiegare dai giornali direttamente. Intanto sistemo le cose a Firenze". Il primo cittadino è tornato anche sulla questione del personale.  "Oggi - ha spiegato - i dipendenti degli enti lirici hanno diritti che talvolta sfociano in privilegi, perché hanno un contratto che non è mai stato messo in discussione. Il Maggio ha un futuro se fa con i soldi che ha, non se fa debiti. Noi non vogliamo chiudere il Maggio: noi chiuderemo il Maggio se non si fa niente. Nessuno vuole toccare orchestra e coro, ma non è normale che, come dice il commissario, ci siano 48 amministrativi quando ne bastano sei".

POLEMICA - Più volte Renzi nei giorni scorsi ha indicato questi numeri aggiungendo che ci sono dipendenti entrati senza concorso pubblico. Ma proprio ieri Cgil, Cisl e Uil in una nota avevano contestato tali numeri spiegando che gli amministrativi al Maggio sono 47 e che i pochi assunti senza concorso sarebbero entrati in larga parte sotto la gestione della sovrintendente Francesca Colombo, voluta dal sindaco Renzi, e durante quella dello stesso commissario straordinario Francesco Bianchi. "Oggi quelli che assumevano - ha detto Renzi - vecchia dirigenza e sindacati, fingono di essere stati sulla luna, invece erano al Maggio. Noi non stiamo chiudendo la cultura, stiamo chiudendo gli sprechi di una cattiva amministrazione. Ma se il ministro Bray ha altre idee siamo felici che le esprima, le realizzi e le concretizzi il prima possibile".
 

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