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Cronaca

Oggi lutto cittadino in città

Cerimonie annullate, bandiere a mezz'asta, saracinesche dei negozi chiuse tra le 12 e le 12,10, l'ora della sparatoria che ha visto perdere la vita a due fiorentini

“Oggi piange il cuore di Firenze”. Con queste parole il sindaco di Firenze Matteo Renzi ha commentato a caldo la strage avvenuta tra le 12,30 e le 15 per mano di Gianluca Casseri, il 50enne pistoiese che ha freddato due ambulanti senegalesi, ferendone gravemente altri tre. Poi l’epilogo, si è puntato la sua 357 Magnum verso di sé, un colpo al collo, il proiettile che sfonda il cranio, ed in pochi istanti la morte del killer. Da qui in poi le voci si sono inseguite, susseguite frenetiche. Prima il corteo della comunità senegalese verso il centro della città, l’incontro con sindaco e prefetto, poi le tensioni tra esponenti dei centri sociali e le forze dell’ordine. In serata poi è giunto l’annuncio del lutto cittadino per bocca dello stesso primo cittadino: “A nome della città di Firenze ho proclamato il lutto cittadino per domani, 14 dicembre. Abbiamo annullato le cerimonie e chiediamo ai lavoratori di osservare a inizio turno un minuto di raccoglimento per Mor e Modou. Chiediamo ai commercianti di abbassare dieci minuti le saracinesche dalle 12 alle 12,10, orario della sparatoria. Chiedo alle scuole di promuovere un momento di riflessione nelle classi contro il razzismo, ed ai lavoratori pubblici e privati di rispettare un minuto di silenzio ad inizio del turno”. Non solo commercianti, anche i locali notturni a cui l’amministrazione di Palazzo Vecchio ha chiesto di abbassare il bandone tra le 23,30 e le 23,40. Tutte le bandiere delle istituzioni saranno a mezz’asta. Domani, inoltre, sarà presente in città anche il ministro per la cooperazione e l’integrazione Andrea Riccardi che alle 17 incontrerà, assieme a Renzi, i responsabili della comunità senegalese.
E dalla comunità senegalese le reazioni non sono mancate a farsi sentire: corteo in città, urla di rabbia, le lacrime dei familiari poi in serata la preghiera di tutti coloro che si sono voluti stringere al dolore dei familiari. “La politica deve prendersi le sue responsabilità. La politica è stata latitante” ha detto Pape Diaw, leader della comunità senegalese, commentando a caldo la strage. “La legge – ha continuato - c’è per tutti, ma non è uguale per tutti”.
 

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