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Cronaca

Licenze dei taxi vendute a nero: evasi oltre 3 milioni di euro

La Guardia di Finanza ha scoperto un giro di licenze per il servizio taxi vendute a nero. Il venditore dichiarava un introito di poche migliaia di euro in realtà i soldi venivano consegnati a nero in media 300mila euro

Il mercato fiorentino per la compravendita di licenze di taxi è stato nelle ultime settimane sottoposto ad una serie di controlli da parte della Guardia di Finanza. I controlli su 21 soggetti ha fatto emergere una rilevante evasione fiscale quantificata in oltre 3 milioni di euro. Due persone sono state denunciate per dichiarazione infedele avendo omesso ricavi  per € 300.000 e € 350.000.
INDAGINI  - Le indagini sono iniziate a seguito di un controllo eseguito presso “l’Ufficio Vetture Pubbliche” del comune di Firenze dove sono stati acquisiti tutti gli atti relativi ai trasferimenti delle autorizzazioni dei taxi rilasciate tra il 2005 al 2009, nonché l’elenco dei tassisti che avevano cessato l’attività nello stesso periodo.

CONTROLLI - Tramite controlli incrociati con le varie banche dati, è stato rilevato: l’ammontare dei valori dichiarati negli atti pubblici di compravendita delle licenze,  il reddito dichiarato dai cedenti quando hanno venduto l’attività ai nuovi acquirenti. Tramite gli accertamenti è stato possibile constatare che in molti casi, in date prossime all’acquisto delle licenze, erano stati contratti mutui bancari di rilevante importo da parte degli acquirenti, senza riscontrare la presenza di ulteriori atti di compravendita che potessero giustificare la destinazione dei finanziamenti ottenuti.

ANOMALIA - Molti dei mutui, inoltre, risultavano temporalmente coincidenti con l’acquisto delle licenze. L’elemento di anomalia era rappresentato, però, dal diverso importo tra il mutuo e l’atto di vendita. La differenza  è risultata tale da rendere inverosimile il prezzo di vendita ufficiale, poche migliaia di euro a fronte di 200/ 300 mila euro. E’ stata riscontrata la prassi di cedere le licenze indicando nell’atto pubblico di compravendita un valore nettamente minore, inferiore a quello reale di circa il 70/80%.

PAGAMENTI -  Per non lasciare tracce, le parti concordavano di effettuare pagamenti in contanti, anche per grosse cifre,  dai 230 ai 350mila euro. La propensione a pagare  è dettata dai ricavi del servizio, che permettono di ammortizzare il costo iniziale in tempi brevi. Gli acquirenti sono, nella maggior parte, persone che erano in cerca di occupazione. Il trasferimento di denaro contante  è stato fatto subito dopo la voltura della licenza, in unica soluzione o con versamenti periodici.

EPISODIO - Un episodio è apparso significativo. Un ragazzo di circa 23 anni ha acquistato una licenza a  800 euro mentre il valore reale della cessione è risultato essere 200mila euro. Il giorno in cui venditore e compratore si sono recati presso il Comune per firmare l’atto di voltura della licenza i genitori del ragazzo si sono recati presso l’abitazione del cedente dove li attendeva la moglie. Il venditore della licenza ha firmato l’atto di cessione solo quando si è assicurato  che la moglie avesse ricevuto 200mila euro in contanti.

SANZIONI - Per tutti i casi esaminati sono state ipotizzate violazioni amministrative, tranne per due venditori per i quali si è proceduto ad inoltrare notizia di reato essendo state superate le soglie di legge per la punibilità penale. Oltre agli aspetti fiscali per gli acquirenti e i venditori sono scattate le sanzioni previste dalla legge antiriciclaggio per aver effettuato trasferimenti di valori con denaro contante superiori a €. 12.500, con una multa da un minimo di 30.290 € ad un massimo di 1.211.628 €.



 

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