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Cronaca

Liberalizzazioni del commercio blindate: nasce il modello Firenze

L'amministrazione cittadina frena l'ingresso delle liberalizzazioni per evitare l'anarchia e dire no alla deregulation nel commercio. Parte il modello Firenze

In Toscana si marcano bene i contorni del provvedimento liberalizzazioni introdotto dal governo Monti. Nel mirino ancora le modalità di attuazione nel commercio, tenendo però a mente il precedente dei comuni di Prato e Pondera che hanno incassato il colpo vedendosi sospendere dal Tar le ordinanze di chiusura domenicali e festive dei centri commerciali. Ora anche Palazzo Vecchio si sta preparando a mettere le sue regole (paletti?) alle liberalizzazioni, introducendo quello battezzato come modello Firenze. La ricetta proposta dal numero due della giunta Renzi, Dario Nardella, avrebbe l’intento di non far sconfinare il commercio nella deregulation. La risposta alla manovra del governo, proposta in consiglio dal vicesindaco, non di basa su ordinanze bensì su tre “mosse”: sostegno ai centri commerciali naturali, nuovi strumenti urbanistici per i negozi e standard più elevati di qualità nei locali.

 "Un modello Firenze - ha detto il vicesindaco - che non vuol dire un'applicazione diretta e pedissequa delle norme Monti sul nostro territorio; vuol dire che le tradurremo proprio sulla base delle caratteristiche del nostro territorio. Questo avverrà in tre settori: piccoli negozi, quindi esercizi di vicinato, somministrazione, quindi locali pubblici e pianificazione della dislocazione della grande distribuzione sul territorio. Tutto questo con un 'mix' di ricette che sono sia di natura edilizia e urbanistica, sia di natura di pianificazione commerciale".

Per quanto riguarda le novità introdotte nel settore del commercio, Nardella ha ricordato che il decreto interviene sia liberalizzando orari e giornate di chiusura, sia eliminando le limitazioni a merceologie e localizzazioni delle attività. "Riguardo gli orari - ha osservato -, la situazione é ancora in grande evoluzione, poiché di fronte a queste novità molte Regioni hanno preso posizioni diverse e la Toscana ha deciso di ricorrere alla Corte Costituzionale sul conflitto di competenza e di emanare subito leggi che vanno in direzione opposta al decreto. E in alcuni comuni che hanno già applicato queste leggi - ha ricordato -, come Prato e Pontedera, alcune aziende della grande distribuzione sono ricorse al Tar che ha sospeso i provvedimenti. Occorre quindi grande prudenza. Noi ribadiamo che il Comune di Firenze non emetterà al momento ordinanze limitative di aperture; ma continueremo il monitoraggio per conoscere orari e aperture e avvieremo un confronto con le categorie e sindacati".

A proposito invece della scadenza della moratoria (di 3 anni, già prorogata) sull'apertura di nuovi esercizi di somministrazione nel centro storico, Nardella ha precisato che l'obiettivo è quello di "rimuoverla perché inadeguata al nuovo contesto normativo, perché ha portato ad una situazione di rendita (porta anche a 300 mila euro di surplus per acquistare un'attività in centro) e perché possa evitare la proliferazione di locali ovunque con un effetto 'movida' certo non auspicabile". La soluzione prevista é quella di intervenire sul piano della somministrazione "elevando gli standard strutturali e qualitativi dei locali pubblici" e "lavorando su nuove misure nel regolamento edilizio che sarà pronto in primavera".
 
 

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