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Cronaca Novoli / via Germignani

Quartiere 5: lettera aperta al sindaco contro i disagi delle Poste

Una richiesta d'aiuto al sindaco Renzi arriva da un cittadino del Quartiere 5. Il disagio viene riportato in forma di lettera aperta dall'associazione Aduc

Una lettera aperta indirizzata al sindaco per chiedere aiuto contro i disagi degli uffici postali. L’esperienza venuta fuori grazie all’associazione Aduc, servirà per riflettere sui presunti disagi di un cittadino. Il comunicato, firmato Vincenzo Donvito, parla di un'attesa insostenibile per chi deve aspettare con una bambina nell'ufficio postale di via Germignani. L’obbiettivo, poi saltato era ritirare una raccomandata.  
 
LA LETTERA: Si e' gia' scritto molto in materia di servizi postali a Firenze, e anche noi ce ne siamo occupati con tanto di appello al Sindaco perchè intervenisse. Ma tutto continua come prima, anzi peggiora, e il Sindaco tace!! Le Poste, arroganti come non mai, continuano a ripetere, come delle papere, che il loro servizio è negli standard. Nessun magistrato ha messo il naso in questi standard per verificare se siamo matti noi (e tanti altri) o hanno ragione le Poste, e intanto il cittadino paga un prezzo altissimo per un servizio gestito in modo criminale di cui non puo' fare a meno.

Questa la cronaca di oggi 1 agosto.
Atto giudiziario da ritirare all'ufficio di via Gemignani (Peretola), perchè ho la sfortuna di avere la residenza in zona Statuto (nota bene: cio' che dovrei ritirare non è l'atto giudiziario, ma una comunicazione che mi dirà di andare vicino a Palazzo Vecchio a ritirare l'atto vero...). Oggi la mia bambina di cinque anni è con me e con lei, dal mio ufficio presso piazza San Marco, parto in bicicletta, che è il mio mezzo privilegiato di locomozione. Dopo tre quarti d'ora su piste ciclabili che spariscono nel nulla, buche che farebbero ribaltare anche un Suv, fondo stradale e piste ciclabili disconnesse da far venire le emorroidi anche al più attento salutista, giungo in via Gemignani, contento di esserci arrivato sano e salvo. Prendo il numerino, 38 persone davanti a me. Con la bambina ci distraiamo per un po' nel Poste-shopping inventandomi l'incredibile per non comprarle nulla poichè i prezzi di quei prodotti sono mediamente il 30% più alti di qualunque altro posto e i cartellini che indicano i vari sconti sono patetici. Dopo un'ora di attesa sono state soddisfatte una decina di persone; i posti a sedere sono una ventina e in piedi ci sono anche diversi anziani che si reggono col bastone. La bimba: “babbo ho sete e devo fare pipì”. Chiedo alla commessa se c'è un bagno e una macchinetta che distribuisce bevande. “No, non siamo ancora attrezzati”, è la risposta. Ancora? Che aspettano, il morto? Quindi in quell'ufficio postale di strategica importanza, visto che e' l'unico per tutto il quartiere 5 di Firenze dove si possono ritirare le raccomandate, non ci sono bagni per il pubblico così come non ci sono servizi di ristoro. Bar in zona neanche a parlarne, minimo a 500 metri. Spiego alla bimba di cinque anni che quello e' un posto gestito da criminali da cui bisogna ben guardarsi, e cerco di farle capire perchè, pur essendo una cosa che non va fatta, per fare la pipì, nascondendoci dietro una colonna all'esterno dell'edificio, ho dovuto tenerla sospesa per le gambe come talvolta si fa in un bosco. Ho ceduto il mio biglietto ad una persona che era arrivata dopo di me e, pensando che almeno ho aiutato qualcuno, ho sistemato la bimba sul seggiolino posteriore e ripreso a pedalare verso piazza San Marco, con diversi contromano a rischio alto (pena fare un giro che mi allungava di un paio di chilometri) fino a via di Novoli dove, dopo esserci rifocillati ad un bar, abbiamo trovato la pista ciclabile che, a singhiozzo nei posti proprio più cruciali come il passaggio del ponte sul Mugnone, ci ha portati fino alla Fortezza e poi a piazza San Marco.
Domanda: ma che si può vivere in un posto del genere con servizi del genere? C'è da stupirsi se poi anche il cittadino più mite dopo una storia del genere mandi a quel Paese un solerte vigile che magari gli fa notare che non si va contromano?
Signor Sindaco, non abusi troppo della nostra pazienza. Il quotidiano come quello sopra descritto non è secondario, è parte di quella serenità che i cittadini chiedono per affrontare le sfide più difficili del nostro sistema economico. Signor Sindaco, ci dia una mano a mandare in galera i criminali di Poste spa”.

 

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