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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Suicidio assistito, le ultime parole di Davide: "Italia diventi più civile"

Lettera d'addio dell'ex barista toscano Davide Trentini, morto in Svizzera con l'eutanasia: "Spero tanto che l'Italia diventi un paese più civile"

"Mi chiamo Davide T., ho 52 anni, sono malato di sclerosi multipla dal 1993, per i primi anni in forma più tollerabile, poi, la "stronza" si è trasformata nella forma "più stronza": la secondaria progressiva." Inizia così l'ultima lettera scritta da Davide Trentini, ex barista toscano morto giovedì in Svizzera dove era stato accompagnato da Mina Welby per ottenere il suicidio assistito.

Nel suo ultimo saluto, Davide ripercorre le fasi più terribili della sua malattia: la "stronza", come la chiamava anche il grande campione Stefano Borgonovo, malato di SLA e scomparso nel 2013 a soli 49 anni. "Le ho provate veramente tutte, dagli interferone, prima quello settimanale, poi quello che mi auto iniettavo (allora le mani funzionavano!), poi è cominciato l'orribile periodo della chemio! "- scrive Davide- "(...) Ora da 1.92 sono diventato uno sgorbio con le gambe lunghe, gobbo fino quasi in terra, ma soprattutto dolori lancinanti e veramente insopportabili h24. Ormai passo tutti i giorni, ma proprio tutti, o in bagno sul water, o sul letto in qualche maniera, con la pasticca all'oppio per cercare di calmare i dolori."

VIDEO - Le ultime parole "Basta dolore"

Il viaggio in Svizzera rappresentava per l'uomo una "vacanza" a lungo sognata, l'unico luogo dove porre fine a decenni di sofferenze con l'eutanasia. "Non ce la faccio proprio più senza nessuna prospettiva, ogni giorno sto sicuramente peggio del giorno prima, e dopo una lunghissima riflessione ho deciso di andare in Svizzera per il suicidio assistito, devo ringraziare enormemente l’Associazione Luca Coscioni, che ha fatto una raccolta fondi per aiutarmi nella spesa, e soprattutto Marco Cappato, sempre pronto ad aiutarmi anche dal punto di vista umano." 

Infine, l'appello: "Spero tanto che l'Italia diventi un paese più civile, facendo finalmente una legge che permetta di porre fine a sofferenze enormi, senza fine, senza rimedio, a casa propria, vicino ai propri cari, senza dover andare all'estero, con tutte le difficoltà del caso, senza spese eccessive" -si legge ancora nella lettera -  "Spero anche che in Italia si arrivi presto alla legalizzazione, o almeno all'uso terapeutico della marijuana. Io sono, abitando in Toscana, tra i pochi in Italia a ricevere puntualmente le mie cartine di marijuana tramite l'ASL, con ricetta del medico, e conosco molto bene i suoi benefici, per fortuna sono quasi 20 anni che conosco molto bene le grandi "doti" della Maria - conclude- Tra poco partirò per la mia tanto sognata "vacanza"! Evviva. Salute per tutti e soprattutto tanta ma tanta serenità per tutti".

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