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Cronaca Le Cure

Tremenda rapina in casa nella notte, donna sotto shock: rabbia della figlia

La vittima è stata immobilizzata prima di poter chiedere aiuto. Portati via i ricordi di famiglia. Lo sfogo della figlia contro sindaco e presidente di Regione

Tremenda rapina ieri sera in un'abitazione delle Cure. La vittima, una 67enne fiorentina, è stata bloccata da due uomini poco prima di addormentarsi. I due, a volto scoperto, hanno fatto irruzione nella sua casa dopo aver forzato una portafinestra. Rivelandosi poi piuttosto spregiudicati e pericolosi. Infatti la donna, dopo aver sentito dei rumori provenire dal cortile e poi dal soggiorno, ha urlato forte: "Chi c'è?", così da far allontare i malintezionati. Questi però, invece di andarsene, hanno sfondato la porta della camera da letto. 

La donna si è lanciata sul telefono per chiedere aiuto ma è stata immobilizzata: uno dei due, entrambi con inflessione dell'Est Europa, le ha tappato la bocca con la mano. Poi ha utilizzato un cuscino che, sommato alla paura, ha creato difficoltà respiratorie alla donna. Il complice intanto ha minacciato la vittima: "Dicci dove è la cassaforte e non ti faremo del male". Quindi hanno arraffato orologi, preziosi e monili in oro per circa 10mila euro e sono fuggiti. La donna ha allertato i soccorsi sanitari che l'hanno trasportata all'ospedale di Santa Maria Nuova. I medici l'hanno dimessa con una prognosi di tre giorni per una crisi d'ansia reattiva. La polizia scientifica ha compiuto i rilievi e la squadra mobile fiorentina ha cominciato a lavorare sul caso. 

Su Facebook la figlia della donna si è sfogata contro le istituzioni facendo riferimento anche alla manifestazione antirazzista che si è svolta ieri in Piazza Ognissanti. "A mezzanotte sono stata svegliata da una telefonata. Una pattuglia della Polizia, insieme al 118, è a casa di mia madre, che è stata rapinata, aggredita e malmenata da due zingari - mi perdonerete la rinuncia al politically correct. Mia madre vive sola, quando è andata a dormire si è chiusa a chiave in camera, come ogni sera.  I due delinquenti hanno divelto la porta del terrazzo arrampicandosi dalla grondaia del cortile, poi sono entrati in casa. Mia madre si è svegliata, ha avuto solo il tempo di chiedere: “Chi è?”, sedersi sul letto e prendere il telefono sul comodino. Quando hanno trovato la porta chiusa l’hanno sfondata a calci, uno si è avventato su di lei, dopo aver scaraventato via il cellulare con cui lei stava cercando di chiamare il 112, l’ha immobilizzata sul letto tenendole una mano sulla bocca e un cuscino sulla faccia, mentre l’altro rovistava in cerca di soldi e gioielli. Mia madre è stata portata in ospedale, io ho aspettato uomini della Scientifica. Questa polverina argentata che vedete (scrive mostrando una foto su facebook, ndr) è la sostanza che usano gli agenti per i rilievi. (ovviamente i delinquenti avevano i guanti) A Firenze un problema di legalità legato alla presenza dei rom esiste, ed è innegabile. Ieri un’intera città si è mobilitata per dire no al razzismo: io posso assicurare ai nostri governanti che per le persone perbene come me e mia madre il problema non è la razza, è il rispetto delle leggi. Non le decine di migliaia di euro di danni, ma il terrore di una voce dall’accento straniero che ti chiede: “Dimmi dov’è la cassaforte.” mentre il peso del suo corpo ti schiaccia contro il materasso e il cuscino che hai premuto sulla faccia ti impedisce di respirare. Non i soldi che hanno rubato dal portafogli, ma l’orologio d’oro appartenuto a mio padre, e prima di lui a mio nonno e al padre di mio nonno, che mia madre conservava come una reliquia, perché è una delle poche cose che le rimangono di suo marito. Non hanno preso perle, non hanno preso argento. Si sono presi un pezzo della nostra vita, della nostra intimità, si sono presi la certezza di essere al sicuro in casa nostra. Ai nostri governanti, al Sindaco Nardella, al Governatore Rossi chiedo: “Aiutateci a casa nostra.” Aiutateci a casa nostra". 

LA PRECISAZIONE 

Nel tardo pomeriggio di oggi la stessa ha voluto dissociarsi da quanti avevano cominciato a commentare il post in modo offensivo. "Il mio post ha ottenuto un numero di visualizzazioni e di condivisioni che mi ha - forse ingenuamente - colta di sorpresa. Avendo, altrettanto ingenuamente, impostato la privacy di questo post come “pubblica”, le condivisioni e i commenti sono in larga parte opera di persone che io non conosco. Vorrei dissociarmi da quanti in queste ore hanno scritto e continueranno a scrivere sotto il mio post insulti razzisti e parole d’odio, perché io non l’ho mai fatto e non inizierò certo a farlo ora. Vorrei che venisse evitata ogni possibile strumentalizzazione politica della terribile violenza che ha subìto mia madre. Non ne abbiamo bisogno, non era mia intenzione dare inizio ad una caccia alle streghe, vorrei solo ribadire la comprensibile richiesta di sicurezza e legalità".

POLITICA 

La vicenda è diventata anche un caso politico.  "Altro che il buonismo delle manifestazioni antirazziste come quella di ieri sera - hanno tuonato Jacopo Cellai e i consiglieri comunali di Forza Italia -. A Firenze non c'è un problema razzismo, ma un problema sicurezza e la drammatica vicenda che ha visto vittima una donna in zona Cure, picchiata e rapinata in casa nel cuore della notte da due malviventi, ne è l'ennesima, tragica conferma". 

"Siamo vicini alla signora che questa notte ha subito una rapina nella sua abitazione a Firenze e alla sua famiglia - ha fatto sapere il presidente della Regione Enrico Rossi. Apprezziamo le parole della figlia che in un post su Facebook si dissocia da insulti razzisti e parole d'odio e chiede il rispetto della legalità". E ancora: "La sicurezza è un diritto dei cittadini e va garantita agendo con determinazione e razionalità. Non serve né strumentalizzare né soffiare sul fuoco delle paure".
 

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