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Cronaca

Lavoro, protesta di fronte a Zara: "Basta sfruttamento"

I lavoratori dei magazzini di Reggello, tutti pakistani, denunciano: "Buste paga fasulle, ferie non pagate, turni massacranti"

'Dietro l'uomo più ricco del mondo c'è il vostro sfruttamento. Boicotta Zara'. Questo si leggeva questa mattina sullo striscione tenuto dai lavoratori dei magazzini di Reggello, oggi di nuovo in sciopero dopo quello di un paio di settimane fa.

A Reggello, in quello che di fatto è un hub dove arriva la merce dalla Spagna per poi essere trasportata nei vari negozi del noto marchio di abbigliamento, della Toscana ma non solo, lavorano circa 60 facchini, tutti pakistani, che denunciano gravi violazioni del contratto del lavoro.

I lavoratori sono tutti dipendenti della cooperativa Modaitalia Malang Logistic, che farebbe capo ad un imprenditore pakistano. "I facchini stanno lottando contro le vergognose condizioni di lavoro imposte: buste paga false, lavoratori costretti a 'restituire' una parte del salario ogni mese alla cooperativa, turni senza orari, punizioni e sospensioni dal lavoro per chi si azzarda ad aprire bocca", si legge sul volantino diffuso dal sindacato Si Cobas, che ha organizzato il presidio di questa mattina, dopo la protesta organizzata di fronte alla sede di Reggello nelle scorse settimane.

Gran parte dei lavoratori hanno tra i 20 e i 30 anni, in parecchi non parlano bene l'italiano. "Abbiamo bisogno del lavoro per avere il permesso di soggiorno, per questo non possiamo ribellarci alle condizioni di sfruttamento alle quali siamo sottoposti", spiega uno dei lavoratori, chiedendo l'anonimato.

"I lavoratori vivono in appartamenti vicini ai magazzini e sono chiamati in ogni momento, senza alcun preavviso, per recarsi a lavoro. I contratti non vengono rispettati, i lavoratori sono sottoposti a turni massacranti, con pochissimi giorni liberi all'anno, le ferie non retribuite", la denuncia di Luca Toscano, delegato del Si Cobas (e noto in città per la militanza nel Comitato Inquilini).

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