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Cronaca

Ippolito e Dianora, i Romeo e Giulietta fiorentini

Anche Firenze ha visto una vicenda amorosa dai toni shakespeariani ma corredata  dal lieto fine. E’ la storia di Ippolito e Dianora, conosciuti anche come Romeo e Giulietta di Santo Spirito. Nella bella Firenze dove la scena è collocata, due famiglie appartenenti alle fazioni nemiche di guelfi e ghibellini covano antichi rancori. A queste due casate, quella dei Bardi e dei Buondemonti, unite da un reciproco odio mortale, appartenevano la bella Dianora de’ Bardi e Ippolito Buontalenti.

Quando il giovane la vide durante i festeggiamenti di San Giovanni, se ne innamorò perdutamente. Ma appena scoprì l’identità della fanciulla, la malattia dell’amore lo colse: come avrebbero mai potuto acconsentire al loro matrimonio?

Ippolitò si ammalò gravemente, per poi confessare alla madre che, se non avesse avuto in sposa Dianora, avrebbe scelto la morte. La donna, mossa a compassione dalla richiesta del figlio, trovò il modo di farli incontrare. I due giovani decisero di sposarsi in segreto, organizzando una fuga d’amore. 

Si racconta però che la notte prefissata, mentre Dianora aspettava il suo amato affacciata al balcone, qualcosa andò storto: Ippolito venne scoperto e condannato a morte per furto in flagranza di reato. Ippolito, pur di non disonorare l’amata, accettò la condanna e il giorno dell’esecuzione  chiese di essere condotto alla forca passando per vai De’ Bardi, nella speranza di vedere Dianora un’ultima volta.

Dianora, appena lo vide passare sotto la finestra, si precipitò giù per le scale, implorando la grazia per l’amato e confessando tutta la verità sull’episodio. Una gran folla accorse e  le due Casate furono convocate: la Signoria si impose allora sull’antico odio delle Famiglie, stabilendo la validità dell’unione. I due giovani vissero così felici e contenti, fino alla fine dei loro giorni. 

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