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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Vicchio

Investito per vendetta: è caporalato. E spunta il Forteto

Marocchino finì all'ospedale dopo aver denunciato. Il presidente della coop Palanti smentisce: "Da noi tutte assunzioni dirette"

Fu investito due settimane fa a Prato da un'auto di grossa cilindrata, riportando traumi alla testa e alle gambe ed è tuttora ricoverato all'ospedale Santo Stefano di Prato. Oggi gli inquirenti sembrano aver fatto chiarezza su quell'episodio: l'uomo, un marocchino di 40 anni, sarebbe stato vittima di una vendetta per aver denunciato le condizioni di lavoro a cui era costretto. La polizia ha così arrestato due pakistani di 55 e 57 anni per tentato omicidio: le indagini portano verso un episodio di caporalato.

La vittima aveva denunciato la sua situazione dopo che, nel maggio del 2016, aveva letto dell’inchiesta della procura pratese sul fenomeno del caporalato nel Chianti. Il marocchino ha così raccontato ai magistrati di essere stato lungamente impiegato illegalmente – assieme ad altri operai stranieri nella sua stessa condizione - nella ditta “Il Forteto”, nel Mugello, e di essersi infortunato ad una vertebra durante una giornata di lavoro. Nel giorno stesso dell'incidente sarebbe stato uno stesso dei caporali a trasportarlo all'ospedale scaricandolo davanti alla struttura e, stando alla testimonianza della vittima, ad averlo successivamente minacciato per ritrattare le confessioni.

Il presidente della cooperativa Il Forteto, Ferdinando Palanti, interpellato dalla stampa locale, ha respinto al mittente le accuse e smentito la versione del 40enne. "Al Forteto non abbiamo lavoranti esterni, ogni lavoratore viene assunto in modo diretto", ha spiegato. Il procuratore capo di Prato Giuseppe Nicolosi ha spiegato che “le indagini proseguono per capire se davvero anche in altre zone della regione esiste questo fenomeno”, senza tuttavia poter fornire precisazioni sull’eventualità che anche nell’azienda “Il Forteto” vi siano o vi siano state questo genere di pratiche illegali.

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