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Cronaca Centro Storico / piazza della Repubblica

Edison in liquidazione, boom di libri venduti. E c'è chi pensa alla petizione

Appena iniziata la vendita straordinaria è stata presa d'assalto. Libreria piena, code alle casse. I dipendenti: "Faremo una petizione per preservare il vincolo culturale"

Entri alla Edison e sembra d’essere in un locale che va per la maggiore, dove a vincere è sempre il ‘pigia-pigia’. Qualche metro tra la gente e compaiono le file in zona casse. Persone ‘arrampicate’ sulle scale, dal primo piano all’uscita; cassiere frenetiche e senza un attimo di respiro. In coda con due, tre, quattro libri in mano. Poi ci sono gli ‘esagerati’, quelli che girano sezioni e generi letterari con vere e proprie pile di libri che trasportano un po’ ingobbiti, come se in mano sorreggessero cassette della frutta. Fuori, a campeggiare nel loggiato di piazza della Repubblica, un cartellone grande quanto la vetrina: “Sconto 30% su tutto”. C’è chi si ferma, scorge la coda alle casse e riparte scoraggiato.

Sono i saldi del libro, quelli fatti dalla Edison, quelli che ‘mascherano’ una verità che ha fatto molto discutere e da cui non si torna indietro: la chiusura della libreria. La vicenda è conosciuta. In pillole: l’immobile acquistato dalla Feltrinelli, il mancato rinnovo dell’affitto ai ‘rivali’, lo sfratto confermato e regolamentato dai giudici. Le proteste dei 36 dipendenti ignari del loro futuro e un ultimissima boccata d’ossigeno: una proroga all’addio da qui a fine anno. Un accordo sottoscritto tra il Gruppo EDISON ed EFFE.COM-Feltrinelli sotto la regia di Palazzo Vecchio che ha aperto la strada a questa vendita straordinaria inaugurata questa mattina.

LIQUIDAZIONE – Primo giorno di svendita e scaffali presi d’assalto. “Non si vede così tanta gente neppure nei giorni più turbolenti prima del Natale”, confessa un libraio immerso nei cataloghi. Via i classici, via la poesia, via i libri d’arte. Il meglio parte subito, in linea con la logica che accompagnano i saldi. Libri che escono a quintali e con loro scivola via la speranza dei librai che alle domande sul dopo restano impietriti: “Non sappiamo che fine faremo – confessa uno dei dipendenti – anche perché Feltrinelli non ci ha trasmesso ancora nessuna comunicazione”.

APPLE – Ad inizio anno quindi l’ignoto, anche se è sempre più forte ed insistente la possibilità che a sostituire l’insegna Edison arrivi la mela della Apple. Rumors, voci, mezze conferme e smentite, decine di articoli della stampa locale. “Noi di questa storia – raccontano diversi librai – non ne sappiamo niente, anzi pare che Feltrinelli si sia alterata per le voci circolate nei giorni scorsi”. Eppure di questa ipotesi si è parlato e discusso molto, in Comune come nel resto della città.

Edison apre la liquidazione del libro

Stando ai fatti in effetti i punti sicuri sono pochi, tranne le faccende conclamate. Una di queste riguarda il no di Feltrinelli ad aprire un nuovo punto vendita in piazza della Repubblica, visto che ha preferito farlo a Santa Maria Novella dentro il progetto ‘grandi stazioni’. Un’altra riguarda il vincolo culturale posto sullo stabile dal regolamento urbanistico: 70% destinato alla cultura, il restante 30 al commerciale. Una sorta di alt posto proprio dall’amministrazione fiorentina per preservare le peculiarità culturali della città che neppure un colosso come l’azienda di Cupertino attualmente potrebbe aggirare. A meno che non si deroghi o non si riformi il regolamento in essere. Il dibattito è aperto, spigoloso e spinoso e se ne vedrà la fine solo nel corso del 2013, quando le regole potrebbero cambiar pelle e colore. Vedremo.

PETIZIONE – Intanto i librai non mollano ma cambiano il tiro della loro azione. Non più la difesa dell’Edison ma quella del libro a Firenze, o quantomeno della cultura. Per questo hanno deciso di battersi per difendere quel vincolo forte che ingessa la destinazione d’uso dello stabile. L’idea studiata sarebbe quella della petizione, con la speranza che una corposa spinta dal basso possa invogliare Palazzo Vecchio a non alterare le attuali regoli in gioco. “Stiamo pensando ad una raccolta firme”, raccontano alcuni dipendenti. “Attenzione non per la Edison, che ormai è praticamente morta, ma per dar far sì che il vincolo d’uso culturale non venga toccato. Sono stati proprio i cittadini a darci l’ispirazione. In questi giorni in cui siamo finiti nell’occhio del ciclone infatti abbiamo avuto modo di parlare con moltissime persone intenzionate a difendere la piazza e la cultura”.
 

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