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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Infertilità: arriva la rete regionale per prevenzione, diagnosi e cura

Aumentano i casi di procreazione assistita: 2 mila in più in 9 anni

Anche in Toscana è sempre più difficile avere figli. L'infertilità di coppia è in aumento, con percentuali tra il 10 e il 20% a livello mondiale e intorno al 14% in Europa. Riconosciuta dall'Oms (Organizzazione mondiale della sanità) come malattia, l'infertilità, le cui cause sono tante e di diversa natura, è un fenomeno sociale di dimensioni rilevanti, che richiede soluzioni adeguate per assicurare efficacia ed equità di accesso agli interventi di prevenzione, diagnosi e cura. Per questo la Toscana, con una delibera presentata dall'assessore al diritto alla salute Stefania Saccardi e approvata dalla giunta nel corso dell'ultima seduta, ha istituito la Rete regionale per la prevenzione e cura dell'infertilità: una rete clinica dedicata, per adeguare l'offerta di servizi per l'infertilità ai migliori standard qualitativi nazionali e internazionali e garantire uniformità di risposte e percorsi in tutta la regione.

La Rete assicura un maggiore coordinamento tra i vari specialisti che concorrono al processo di prevenzione e cura dell'infertilità: ginecologi, andrologi, genetisti, infettivologi, oncologi, ecc., con l'obiettivo di rendere più omogeneo e appropriato l'intero percorso.

In Toscana sono presenti attualmente 22 centri di procreazione medicalmente assistita (8 dei quali pubblici), distinti in 7 centri di I livello (3 pubblici) e 15 di II e III livello (5 pubblici e 5 convenzionati) che, in base ai dati 2015 del Registro nazionale della procreazione medicalmente assistita, hanno erogato prestazioni rivolte a circa 800 pazienti (nel 65% circa dei casi provenienti da fuori regione), con un numero di cicli iniziali pari a 11.311, a cui sono seguite 2.113 gravidanze.

Nell'arco degli ultimi dieci anni, in Toscana il ricorso alla procreazione assistita ha registrato una crescita costante, passando dalle 3 mila pazienti (e 4.500 cicli iniziati) del 2006 alle 8 mila del 2015. Ed è andato aumentando in maniera esponenziale il numero di pazienti provenienti da altre regioni: 500 sul totale di 3 mila nel 2006, 4 mila 500 sul totale di 8 mila nel 2015.

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