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Cronaca

Stamani 1200 studenti hanno incontrato i protagonisti dell’antimafia

Oggi 1.200 studenti delle superiori hanno incontrato i magistrati antimafia Cantone e Gratteri. “Attenti a quel decentramento che finisce per favorire il potere mafioso”

Tre regioni: Campania, Calabria e Sicilia. Tre organizzazioni criminali: Camorra, ‘Ndrangheta e Cosa Nostra. Tre voci autorevoli che arrivano proprio da quelle regioni. Tre uomini che dedicano la loro vita alla lotta contro le organizzazioni criminali: Nicola Gratteri, Procuratore aggiunto della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, noto anche per aver indagato sulla strage di Duisburg; Raffaele Cantone, Giudice presso il Massimario della Cassazione, tra i massimi esperti del “sistema” dei Casalesi; e Giuseppe Carlo Marino, esperto di storia della mafia e docente di Storia Contemporanea all’Università di Palermo.

I due magistrati e il docente universitario hanno incontrato oggi, lunedì 14 novembre, oltre mille studenti delle scuole superiori di Firenze e del territorio provinciale, nel corso dell’incontro “Legalità e democrazia per una cittadinanza responsabile”. L’evento si è svolto al Palazzo dei Congressi di Firenze ed è nato dalla volontà del Presidente della Provincia di Firenze, Andrea Barducci, da sempre sensibile alla lotta contro le mafie e attivo nel campo dell’educazione alla legalità, in collaborazione con l’Assessore provinciale alla Pubblica Istruzione Giovanni Di Fede. “Quello di oggi non è un evento spot – hanno detto Barducci e Di Fede aprendo i lavori – ma un momento di approfondimento che arriva a seguito di un impegno costante della Provincia di Firenze nella lotta alla mafia, che ci ha visto protagonisti di diversi viaggi nei luoghi confiscati alle cosche”. Nel mese di dicembre, sempre nel segno della solidarietà concreta a chi lavora nelle terre confiscate alla mafia, la Provincia ospiterà un “Mercato della Legalità” nella Galleria di Palazzo Medici: vero e proprio “farmer’s market” delle cooperative delle regioni del Sud Italia.

 INTERVENTI  - Gli interventi. Fin dal primo giro d’interventi i relatori hanno lanciato messaggi forti e chiari. “Studiate, approfondite, non accontentatevi del sei: cercate di capire il mondo degli adulti e di interiorizzare il senso dello Stato – è stato l’esordio di Nicola Gratteri -. Per anni si è parlato di processo breve, processo lungo, legge sulle intercettazioni, separazione delle carriere tra PM e giudici: questi non sono i veri problemi. La lentezza è uno dei grandi problemi della giustizia: c’è bisogno di informatizzazione per abbattere i tempi giudiziari, a partire dalle indagini preliminari. E ancora: per far funzionare la giustizia bisognerebbe chiudere subito 40 tribunali e ridimensionare il numeri dei magistrati in tante Procure”.

Il prof. Giuseppe Carlo Marino ha approfondito la dimensione internazionale della mafia: “C’è un rapporto organico tra la globalizzazione capitalistica e la globalizzazione mafiosa: per combatterlo è sempre più stringente la necessità di creare un fronte mondiale antimafia”. E’ di Raffaele Cantone la definizione di “mafia service”. “Ormai la mafia offre servizi capaci di rendere le aziende più competitive: a partire dallo smaltimento dei rifiuti, non solo al Sud, ma anche al Nord Italia. Le estorsioni tradizionali non esistono più: adesso la mafia impone prodotti, manodopera e servizi.

Le voci degli studenti. Tante e varie le domande e gli interventi degli studenti. Ha rotto il ghiaccio Nicole, giovane  portavoce del gruppo arrivato da Reggio Calabria. “Siamo qui per testimoniare e dire che la Calabria non è solo sinonimo di mafia. Purtroppo noi ci ritroviamo a subire uno stereotipo che non ci appartiene e che ci fa male. Siamo venuti fin qui, a Firenze, per dirlo davanti a mille ragazzi, ma il messaggio che voglio darvi è anche un invito a venire anche voi in Calabria: non c’è un dogana che ci separa dalle altre regioni, non ci sono pistole o armi pesanti ad accogliervi”.

Francesco, dal liceo classico Galileo di Firenze, ha chiesto ai relatori: “Ci capita di carpire l’assenza dello Stato anche qui a Firenze e non possiamo neanche immaginare quale sia la situazione nelle regioni del Sud Italia. Ma come è possibile esaurire il desiderio di Stato che emerge dappertutto?” Da Mohamed, studente all’Itis di Polistena, l’invito ad avere una maggiore consapevolezza civica: “Dobbiamo smettere di aspettare che lo Stato faccia qualcosa per noi: noi siamo lo Stato, essere uniti, interessarci di politica e del bene comune”. Giordano, liceale fiorentino, ha chiesto quanti sono i parlamentari indagati per mafia.

Anche il Presidente della Provincia di Firenze, Andrea Barducci, ha rivolto una sua personale domanda ai relatori: “Cosa ne pensate delle Regioni a Statuto Speciale? Hanno ancora senso?” Contrari agli ordinamenti speciali tanto Gratteri quanto Cantone. I due Procuratori hanno poi espresso anche la loro contrarietà a un certo decentramento amministrativo che, indebolendo il potere centrale, finisce per favorire il potere mafioso.

Presenti in sala anche due Assessori della Provincia di Reggio Calabria: Eduardo Lamberti-Castronuovo (Cultura e Legalità) e Giovanni Calabrese (Scuola e formazione) della Provincia di Reggio Calabria ed una delegazione di circa 50 tra studenti e docenti dell’area di Reggio Calabria.
 

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