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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Tav, rimozione di Zita "riferibile al presidente": Rossi smentisce l'assessore

Il dirigente che prese il posto di Zita prendeva "direttive e ordini direttamente dal direttore generale della Regione Barretta". Questo era in stretto contatto con i membri dell'associazione

Il trasferimento del funzionario Fabio Zita dai vertici dell’ufficio regionale incaricato di controllare i lavori sul nodo fiorentino della Tav, dirigente che si opponeva a classificare le terre di scavo come inerti e non come rifiuti speciali, si arricchisce di altri particolari. Da quanto emerge dal verbale dell’interrogatorio dell’assessore regionale all'ambiente Anna Rita Bramerini, avvenuto lo scorso gennaio, quando venne sentita dai magistrati Gianni Tei e Giulio Monferini, l’allontanamento del dirigente sarebbe 'riferibile' al governatore Rossi.  I pubblici ministeri scrivono che l’allontanamento di Zita, avvenuto in concomitanza con la revoca delle deleghe sulla Via alla stessa Bramerini, “era direttamente riferibile al presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, motivata in termini generici con la necessità di accelerare le pratiche”.

Inoltre, secondo i pm, il dirigente che prese il posto di Zita, Paola Garvin, prendeva ''direttive e ordini direttamente dal direttore generale della regione dott. Barretta, che, come si è già ampiamente illustrato nella richiesta di misura cautelare è in stretto contatto con i membri della associazione, Lombardi, Lorenzetti e Casale di cui subisce direttamente le pressioni''.   

''Io non ho proposto il trasferimento dell'arch. Zita ad altro ufficio - ha spiegato l'assessore - Il suo trasferimento è avvenuto in concomitanza al cambio di deleghe al mio assessorato. Io con Zita non ho mai avuto problemi di natura lavorativa o contrasti di vedute. Mi sorprese sul piano umano il trasferimento di Zita, fu una novità non gradita anche per lui. Non era un trasferimento da lui voluto. La decisione fu del Presidente della Giunta regionale. Gli ho chiesto il motivo della revoca della mia delega, io non la presi bene''. ''Il presidente - ha aggiunto l'assessore - mi disse che il motivo per cui riteneva opportuno assumere questa decisione era che la delega era molto delicata e che riguardava progetti molto importanti e strategici. Era quindi giusto che il presidente si assumesse la responsabilità politica di ciò, perché era una delega che esponeva molto anche mediaticamente così riteneva che grazie alla sua autorevolezza avrebbe favorito gli uffici della Regione a espletare le procedure tempestivamente''.

Il presidente, ha continuato, ''si lamentava essenzialmente della tempistica, ma non di scelte o determinazioni che lui non condivideva anche perché la procedura di valutazione di impatto ambientale si è sempre conclusa con una delibera di giunta e quindi fatta propria politicamente''. ''Quando chiesi del perché di questo cambio di dirigenza e della revoca della mia delega - conclude - mi fu risposto che Zita non era stato in grado di dare una tempistica rigorosa ai procedimenti. Mi fu detto quindi che si erano allungati un po' troppo i tempi per i procedimenti per la centrale geotermica del comune di Santa Fiora o per le valutazioni sul corridoio tirrenico, non si fece cenno alle problematiche Tav del sottoattraversamento di Firenze''.
 
ROSSI - Il presidente Rossi ha invece smentito l'assessore confermando che " la decisione di trasferire ad altro incarico l'architetto Fabio Zita è stata presa autonomamente dal direttore generale della Presidenza Antonio Barretta". "Inoltre - aggiunge il presidente - sottolineo come nelle mie valutazioni riferite dall'assessore Bramerini non ci sia alcun riferimento ai pareri tecnici espressi sulla Tav dagli organi preposti alla Via. Si trattava solo di valutazioni di carattere generale su ritardi e comportamenti che non avevano niente a che fare con i pareri tecnici, che abbiamo sempre rispettato".

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