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Cronaca Sesto Fiorentino

Maxi-evasione fiscale a Sesto: arrestati quattro imprenditori del 'falso'

Sono accusati di bancarotta fraudolenta e riciclaggio

Nei giorni scorsi le fiamme gialle hanno dato esecuzione a due ordinanze di custodia cautelare personale nei confronti di 4 imprenditori di origine cinese (di cui 1 in carcere e 3 agli arresti domiciliari) per i reati di bancarotta fraudolenta, impiego di manodopera clandestina, contraffazione e ricettazione.

L’attività investigativa, iniziata nel 2016, aveva già portato lo scorso dicembre ad un’ordinanza di custodia cautelare domiciliare nei confronti di 2 coniugi cinesi (raggiunti ora da analogo provvedimento restrittivo) per i reati di auto-riciclaggio.

In particolare la coppia, che era già stata coinvolta nelle indagini di dicembre, era titolare di aziende dedite alla produzione e commercializzazione di articoli di pelletteria (molti dei quali contraffatti) e gestiva alcuni ristoranti nei Comuni di Firenze e di Prato. Gli imprenditori raggiravano il fisco costituendo aziende “fantasma”, fittizie ed intestate ad altre persone.

Lo stesso sistema veniva utilizzato dalle altre due persone arrestate, che sono il fratello dell’uomo già finito in manette lo scorso dicembre e sua moglie, entrambi residenti a Sesto Fiorentino. Nel comune della Piana i due erano coamministratori di fatto di una società dedita alla commercializzazione di articoli in pelle e commercio all’ingrosso di abbigliamento ed accessori, avevano illecitamente trasferito tutti i beni (capitali e macchinari) di questa impresa in altre società, sempre da loro gestite.

Per raggirare lo Stato avevano anche emesso fatture false e distrutto i libri e le scritture contabili così da ostacolare la ricostruzione delle operazioni commerciali.

Gli imprenditori non avrebbero versato al fisco almeno 4 milioni di euro. Il denaro sarebbe stato investito in altre attività economiche ed, in parte, trasferito in Cina, in violazione della normativa antiriciclaggio. Per la stessa cifral e fiamme gialle hanno proceduto al sequestro di beni immobili (tra cui quote societarie del prestigioso esercizio commerciale “CORSI”, sito nel centro storico di Prato) e mobili (conti correnti ed autoveicoli).

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