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Cronaca

Immigrazione, il dossier: popolazione straniera stabile in Toscana

Gli italiani all’estero sono più numerosi degli stranieri che vivono in Italia 

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"Il numero dei cittadini stranieri residenti in Italia si è assestato, nell’ultimo quinquennio, sui 5 milioni, mentre sono saliti a quasi 6 milioni gli italiani residenti all’estero. È una stabilità, quella delle presenze straniere in Italia, che ridimensiona la retorica dell’invasione e che, allo stesso tempo, è il risultato di dinamiche interne legate ai trasferimenti da e per l’estero, alle nascite, ai decessi, nonché alle acquisizioni della cittadinanza italiana". E' quanto si legge nel Dossier Statistico Immigrazione 2023 presentato ieri a Santa Croce sull'Arno nell'ambito del progetto DiverCity, promosso dall'Associazione Arturo. Quest'ultima è un'associazione culturale nata nel 1994 con lo scopo di promuovere e valorizzare le culture di ogni "sud" del mondo.

“La popolazione straniera in Toscana, da un po’ di anni, si attesta costantemente attorno alle 400mila persone regolarmente soggiornanti - ha detto Francesco Paletti, della Caritas di Pisa e della redazione Dossier Statistico Toscana - ma occorre tenere di conto dell’effetto delle nuove acquisizioni di cittadinanza, cioè degli stranieri che diventano cittadini italiani”. 

Il Dossier, nel rapporto dedicato alla Toscana, indica infatti in 10.609 le persone straniere che nella regione, nel corso del 2022, hanno maturato i requisiti per la cittadinanza italiana. “E’ soprattutto questo fenomeno - si legge nel dossier - spia di un crescente radicamento delle comunità straniere sul territorio, che nel 2022 ha frenato la crescita degli immigrati ‘toscani’ che, altrimenti, sarebbe stata più rilevante (+2,7%) per quanto comunque, lontanissima dagli incrementi a doppia cifra registrati nel primo decennio del secolo”.

“La Toscana era e rimane una delle grandi regioni d’immigrazione d’Italia - ha aggiunto Paletti- dove un residente su dieci è un immigrato, una percentuale maggiore rispetto alla media italiana, che si attesta attorno all’8%. Per fare un paragone, in Toscana l’incidenza di cittadini stranieri è pari più o meno a quella della Germania”.

“I dati del dossier lo dicono chiaro: esiste una segregazione professionale dei lavoratori migranti, che sono sempre i lavoratori più poveri, quelli che svolgono i lavori più faticosi e rischiosi - dice Gessica Beneforti, segretaria della CGIL Toscana - ce lo dice, purtroppo, anche la recente strage di via Mariti a Firenze. Ma esiste anche una segregazione che riguarda le donne, spesso impegnate solo nel lavoro di cura e poco occupate. Questo è un tema che ci deve riguardare, perché il lavoro per le donne è uno strumento di emancipazione ed la più potente arma di prevenzione contro la violenza”. 

“Siamo di fronte ad una aggressione ai poveri - ha detto Don Armando Zappolini, presidente del Coordinamento nazionale comunità di accoglienza (CNCA) - perché le scelte che vengono fatte, da alcuni anni a questa parte, mirano in modo diretto e voluto ad impedire il soccorso ai poveri nel Mediterraneeo, ad impedire le azioni di accoglienza e integrazione. C’è una volontà ben precisa di rendere sempre più marginale e esasperata questa popolazione, questa umanità, perché si crei sempre di più un concetto di paura e di allarme che porti consenso elettorale. E’ una premeditazione politica ipocrita fatta sulla pelle della povera gente”. 

“Il dossier non è soltanto statistica per noi che lavoriamo nelle associazioni legate all’immigrazione- ha detto Abdu Lettif Sall, segretario della Comunità senegalese di Santa Croce - ma anche un punto di riferimento che ci permette di orientare i nostri associati e informarli meglio su tutte una serie di tematiche come la casa o il lavoro. Ma la criticità più grande che incontrano gli immigrati è quella dei documenti, del permesso di soggiorno per stare in Italia legalmente. Se il permesso scade per il capo famiglia, scade per tutta la famiglia, con ripercussioni sulla scuola, sulla casa e sul lavoro. Non avere una stabilità è la principale fonte di problemi che un cittadino straniero si trova a dover risolvere”.


 

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