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Cronaca

Riciclaggio per 50 milioni: da Firenze partono 213 denunce a imprenditori cinesi

Circa 400 uomini delle fiamme gialle e della polizia, coordinati dalla Procura Distrettuale Antimafia, hanno eseguito 111 perquisizioni tra Roma, Brescia, Livorno e Firenze

Un vero e proprio fiume di denaro che si sposta dall’Italia alla Cina. Per questo la Guardia di Finanza si è messa a fare da diga, provando ad arginare con l’operazione “Cian Ba 2012”, questo continuo flusso di capitali. Un’operazione a larga scala che ha coinvolto sul territorio italiano circa 400 finanzieri tra i comandi provinciali di Firenze e Roma, con il supporto del Servizio Centrale Investigazioni Criminalità Organizzata e del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria. E sono i numeri ha chiarire la portata dell’azione delle forze: 111 perquisizioni eseguite in 155 imprese cinesi, 58 i prestanome denunciati, sequestri patrimoniali per 47 milioni. I militari delle Fiamme Gialle hanno eseguito le perquisizioni e i sequestri di beni su ordine del Gip presso il Tribunale di Firenze Michele Barillaro su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia con l’attività di indagine diretta dal pm Pietro Suchan.

Le perquisizioni locali e domiciliari sono state 111 in tutto, di cui 55 a Roma, 25 a Firenze, 21 a Prato, 2 ad Arezzo, 2 a Brescia, 1 a Livorno, 1 a Foggia, 1 a Verona, 1 a Mantova, 1 a Reggio Emilia e 1 a Bergamo. Contemporaneamente, i sequestri di beni, eseguiti fino a copertura del valore di 47.567.000 euro, hanno riguardato 52 imprese cinesi (21 a Roma, 18 a Prato, 11 a Firenze, 1 a Brescia e 1 a Livorno), 22 appartamenti e 4 immobili commerciali (14 a Prato, 8 a Roma, 3 a Bologna e 1 ad Arezzo) e 103 autovetture e 183 conti correnti bancari.

NUMERI – E dopo le perquisizioni e i sequestri patrimoniali sono scattate le denunce: 155 imprenditori cinesi e di 58 prestanome accusati di aver riciclatodenaro per 50 milioni di euro. Le indagini antiriciclaggio sono state condotte dal nucleo di polizia tributaria di Firenze ed hanno colpito in particolar modo nei la società finanziaria ‘Money2Money’, più altre 14 agenzie di money transfer ad essa affiliate, che già tra il 2010 e il 2011, con le operazioni 'Cian Liu' e 'Cian Ba', avevano portato a 24 arresti.

L'ultima fase delle indagini, riguarda l’attività di 12 agenzie di money transfer: due hanno sede a Prato, due a Firenze, quattro a Roma, due a Milano, una a Padova e una a Napoli. In base a quanto accertato, tra il 2006 e il 2010 le agenzie hanno riciclato circa 50 milioni di euro con la tecnica della smurfing (frazionamento), inviando il denaro in Cina in 1.514 tranches da 1.999 euro - il massimo consentito dalla legge per ogni singola operazione -, nascondendo i reali mittenti dietro prestanome consapevoli, di solito dipendenti o familiari, o usando i nominativi di cittadini cinesi estranei ai fatti o inesistenti. Il denaro era frutto della vendita al nero di prodotti tessili, di borse, di oggetti in pelle e dei guadagni derivanti dalla gestione di pasticcerie e ristoranti.

Tra i casi più rilevanti accertati dalle fiamme gialle, quelli di sei imprenditori cinesi che non hanno presentato alcuna dichiarazione dei redditi, a fronte di trasferimenti di denaro all'estero per 6.088.000 euro. L'ammontare delle somme indebitamente trasferite è stato ricostruito grazie a ricevute di versamento informali emesse dalle agenzie di money transfer e ai dati contenuti in 92 archivi informatici sequestrati nelle agenzie. Complessivamente, le operazioni 'Cian Liu', 'Cian Ba 2011' e 'Cian Ba 2012', hanno permesso alla GdF di accertare 4,5 miliardi di euro illecitamente trasferiti in Cina. 558 le imprese cinesi che hanno accumulato e spedito all'estero proventi al nero pari a 300.000 milioni di euro. In totale 24 le persone arrestate e 581 quelle denunciate.


 

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