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Cronaca

Corruzione e rivelazioni di segreti per alleggerire i controlli della GdF

Tentavano di alleggerire gli esiti dei controlli della Guardia di Finanza. Indagati commercialisti, funzionari dell'Agenzia delle Entrate e un ispettore. I reati vanno dalla corruzione alla rivelazione di segreto d'ufficio

La Guardia di Finanza ha concluso un’indagine nei confronti di quattro commercialisti e tre amministratori finanziari che, tra aprile e settembre del 2009, hanno tentato di condizionare l’esito di accertamenti tributari indirizzati verso quattro società.
Le indagini sono partite quando un carrozziere di Firenze, sottoposto a verifica fiscale, stava per  consegnare ad un commercialista di Sesto Fiorentino 5.500 euro da “girare” ai verificatori, al fine di accelerare ed alleggerire l’esito del controllo.

 Da quell’episodio l’attività investigativa si è allargata via via su una serie di pressioni e sollecitazioni fatte da un gruppo di professionisti  per “ammorbidire” i controlli fiscali nei confronti dei loro clienti.
Nel caso del carrozziere i 5.500 € sono stati trattenuti dal professionista che ha fornito rassicurazioni sul buon esito dei suoi contatti, di fatto inesistenti, con i finanzieri. Lo stesso si è però rivolto ad un maresciallo della Guardia di Finanza, suo amico nella vita privata ma estraneo ai fatti, chiedendo di prendere informazioni sull’andamento della verifica e di fare il possibile affinché alcune irregolarità constatate non venissero rilevate, facendole passare per un errore. Per questo “favore” il commercialista, con il concorso di un altro collega, ha regalato al militare la somma di 1.500 € in contanti.

Il  “regalo”, non è stato ricambiato perché la verifica fiscale è andata avanti e si è conclusa con un verbale di 400mila euro di redditi imponibili e recuperi, per IVA dovuta e non versata, per oltre 115.000 € a carico della ditta ispezionata.
Dallo sviluppo delle indagini sono emersi rapporti intrattenuti tra altri due commercialisti e un funzionario della Direzione Provinciale dell’Agenzia delle Entrate di Firenze. I contatti erano finalizzati ad acquisire informazioni riguardo le verifiche e gli accertamenti fiscali in corso e per alleggerirne l’esito delle sanzioni. Questo è avvenuto per un controllo nei confronti di un ottico e di un commerciante all’ingrosso di preziosi.
Il suddetto funzionario dell’Agenzia delle Entrate, grazie ad un collega, avrebbe anche accettato buoni di benzina per l’interessarsi al caso di un rivenditore di prodotti petroliferi, sottoposto ad accertamento tributario.

 

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