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Cronaca

Giorno del Ricordo: commemorata la fiorentina che disse no alla Jugoslavia

Seduta straordinaria del Consiglio regionale in occasione del 10 febbraio

Il Consiglio regionale della Toscana, riunito in seduta solenne per il Giorno del Ricordo, si è chiuso con l'intervento del giornalista Gian Antonio Micalessin, editorialista del "Giornale", collaboratore del "Foglio", esperto di questioni internazionali ed autore di molti reportage di guerra, che ha portato un contributo legato a ricordi ed emozioni personali, essendo lui nato a Trieste, una quindicina d'anni dopo la fine della seconda guerra mondiale, dove la sua famiglia era giunta da Pirano e da Rovigno, centri istriani oggi rispettivamente in Slovenia e in Croazia.

Subito dopo il presidente del Consiglio toscano, Eugenio Giani, ha donato un mazzo di fiori alla signora Adriana Navicello, superstite delle foibe, oggi in Aula, che in quei tragici anni vide sterminata gran parte della sua famiglia. Micalessin, per far comprendere cosa significò il passaggio alla Jugoslavia dei territori italiani dell'Istria e della Dalmazia, ha ricordato il gesto di Maria Pasquinelli, fiorentina, che il 10 febbraio 1947, esattamente 69 anni fa, uccise il generale Robert de Winton, massima autorità alleata a Pola, come atto di protesta per l'assegnazione della stessa città alla Jugoslavia. 

Secondo Micalessin quanto accadde nell'immediato secondo dopoguerra in Venezia Giulia e in Dalmazia "è l'equivalente di quanto vediamo accadere oggi a Mossul o a Raqqa o nei territori occupati dallo Stato islamico", perché "è l'orrore che s'impadronisce della vita quotidiana" ed è "la discriminazione su base etnica, religiosa e politica, che giustifica atti tremendi che vanno al di là dell’immaginazione". "È incredibile che tutto questo sia stato dimenticato o mal ricordato", ha aggiunto Micalessin. "Nelle foibe non finirono tuttavia solo i fascisti o gli avversari politici, ma anche i partigiani bianchi e perfino quei comunisti che, ad esempio, non erano d'accordo con le epurazioni", ha proseguito Micalessin.

Il capogruppo di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli ha presentato una mozione per chiedere che il Treno della Memoria diventi il “Treno della Memoria e del Ricordo”, facendo tappa a Basovizza (Trieste), luogo simbolo del ricordo dei martiri delle foibe, dove si trova il monumento agli italiani gettati nella foiba e trucidati dai partigiani jugoslavi. In un giorno come quello di oggi è giusto rafforzare la convinzione che la memoria degli stermini debba essere condivisa”, ha concluso.

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