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Cronaca

Da Firenze il grido dei giovani contro le mafie

350.000 persone in tutta Italia hanno ricordato le vittime nella giornata di Libera

Più di 350.000 persone in tutta Italia, da Nord a Sud hanno ricordato oggi, 21 marzo, primo giorno di primavera le vittime innocenti delle mafie e sollecitato un impegno maggiore delle istituzioni e della società contro le mafie e la corruzione con iniziative realizzate in oltre duemila luoghi del Paese, dalle carceri alle fabbriche, dalle scuole all'università, dalle parrocchie alle sedi delle associazioni dove alle ore 11 in simultanea sono stati letti gli oltre 900 nomi delle vittime innocenti delle mafie. Sono i numeri della XXI Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie promossa da Libera e Avviso Pubblico.

"L'istanza è positiva, concordiamo con la necessità che la politica e le istituzioni si liberino il più possibile, dall'altro lato però lasciamo perdere un attimo le vittime di mafia. Quindi", anziché "fare polemiche intorno alla figura di Don Peppino Diana che già tanto è stato infangato a tempo debito cerchiamo di arrivare a una cultura che faccia convergere le ansie migliori di questo Paese in direzione di un contrasto efficace delle mafie", ha detto ai giornalisti il coordinatore toscano di "Libera", don Andrea Bigalli, rispondendo a margine della marcia odierna per la legalità, in merito alla polemica del vice-presidente della Camera, Luigi Di Maio che ha accusato il governo di aver bloccato il fondo per le vittime di mafia da alcuni mesi. "E' forse finito il tempo delle polemiche - ha aggiunto - entriamo invece in una prospettiva altra, cioè quella di un accordo preciso e determinato fra tutte le forze sociali, politiche e culturali che in questo Paese sono stanche di essere soggette alle mafie".

"In questa piazza siete una grande speranza per il nostro futuro. Quello della Toscana e dell'Italia. Andate avanti così", ha detto il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi ai ragazzi raccolti in piazza Santissima Annunziata per la manifestazione "Ponti di memoria, luoghi di impegno", a conclusione della marcia per la legalità di Libera contro le mafie. "Oggi si ricordano le vittime innocenti della mafia - ha aggiunto Rossi - qui a Firenze la strage dei Georgofili fece cinque vittime, tra cui una neonata di 50 giorni e una bambina di nove anni, che ha lasciato una bellissima poesia. Erano i tempi in cui la mafia voleva che lo Stato rivedesse l'articolo 41 bis. Firenze non si piegò, reagì, intervenne subito. E anche i magistrati, con le forze di polizia, hanno individuato i colpevoli. Non è vero che tutto resta impunito. In questo Paese il nostro Stato può farcela e reagire".

"Mi risulta che ci sia un miliardo di beni confiscati alla mafia, di cui il popolo sovrano deve riappropriarsi", ha detto ancora Enrico Rossi, ricordando che l'attrazione della mafia avviene anche attraverso la presenza di stranieri. "La mafia cinese si basa anche sull'appoggio di italiani. Evasione fiscale, denaro trasferito legalmente all'estero. E tutto questo sullo sfruttamento di migliaia di lavoratori cinesi, che hanno gli stessi diritti dei nostri lavoratori. Dopo il rogo di tre anni fa in una fabbrica di Prato, in cui trovarono la morte sette persone, noi stiamo andando fabbrica per fabbrica per controllare che tutto si svolga nella legalità. Stiamo facendo un grande lavoro, e si vedono i risultati. Troppe volte noi chiudiamo gli occhi, anche dentro le istituzioni. Invece dobbiamo avera antenne sensibili, essere vigili, e non aver paura a salire le scale della Procura per denunciare. Ne va del nostro futuro. In Toscana abbiamo deci so di trasmettere le nostre banche dati agli inquirenti. E' una battaglia lunga, che merita di essere fatta fino in fondo. Siate orgogliosi - ha concluso rivolto ai ragazzi - metteteci la vostra faccia. Vogliamo un mondo pulito, senza la mafia".

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