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Cronaca

Gian Antonio Stella: "Firenze, è una città ricchissima di opere e monumenti"

Il giornalista del Corriere della Sera Gian Antonio Stella ha presentato il suo ultimo libro scritto alla Biblioteca delle Oblate."Prendiamo il caso di Firenze, è una città ricchissima di opere e monumenti ..."

Ieri pomeriggio all’altana vista Duomo della Biblioteca delle Oblate di Firenze la Cooperativa Archeologia in collaborazione con Edison Bookstore ha presentato “Vandali - L’assalto alle bellezze d’Italia” di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo. Alla presenza di Cristina Scaletti, assessore alla cultura, commercio e turismo della Regione Toscana, Gian Antonio Stella ha parlato del libro attraverso le immagini di opere d’arte, luoghi, paesaggi del nostro paese caduti in un profondo e forse irrimediabile degrado. Una denuncia, un grido, uno spettacolo disarmante e difficile da digerire: fatti, numeri, date, noncuranza, un patrimonio immenso in lento ma inesorabile decadimento, denari pubblici buttati e speculazione selvaggia.

Durante la presentazione lei ha detto “crolla Pompei così come crolla l’Italia”…
“No, no, no, non ho detto così. Ho detto che i giornali stranieri scrivono che Pompei è la metafora dell’Italia, le parole sono importanti. Siccome è in profonda crisi Pompei, secondo loro, è in profonda crisi l’Italia. Mi sembra un’opinione legittima e personalmente penso che ci sia del vero”.

Come è possibile che in questo paese sia così difficile coniugare e preservare il concetto estetico racchiuso nel patrimonio artistico e paesaggistico con le esigenze strutturale, energetiche, architettoniche ed industriali?
Ci sono paesi europei che sono si paesi industriali ma hanno un rispetto per le cose superiore al nostro. Non si tratta di bloccare lo sviluppo ma di accompagnarlo e incentivarlo con intelligenza. Faccio per dire: perché all’interno dei comuni veneti ci devono essere quattro o cinque, in alcuni casi addirittura nove aree industriali? Questo è assurdo, perché se costruisci nove aree industriali distruggi tutta la campagna di quei territori, e senza campagna non c’è più paese, e non c’è più industria ma solo un impasto informe assurdo. Io sono ovviamente favorevole all’industria però c’è modo e modo di farla e di gestire il territorio.

Presentazione libro Stella



Per introdurre il libro ha mostrato molte diapositive di posti bellissimi e periferici, tutti corrotti dall’azione dell’uomo. Perché non riusciamo a custodire questi luoghi, è un problema culturale, un problema politico oppure rientra in quel modo malsano di fare industria?
I motivi sono tanti: il primo certamente è quello che abbiamo un patrimonio fatto di tanta roba. Prendiamo il caso di Firenze, è una città ricchissima di opere e monumenti; è chiaro che il nostro paese è meno attento di qualche altra nazione che ha meno beni da tutelare. Il secondo motivo è quello che l’Italia negli ultimi anni ha subito una pericolosa involuzione. Faccio un esempio: posso capire che Berlusconi dica ai terremotati dell’Aquila avrete le case più sane di prima, avrete delle case più ordinate di prima, avrete delle case più igieniche di prima, avrete delle case un sistema fognario più moderno di prima, ma non può dire avrete delle case più belle di prima, a mio avviso questa è una visione sbagliatissima. Vogliamo scherzare, vogliamo paragonare le case antiche dell’Aquila con questi condomini tirati su in pochi mesi. Tutto questo è dentro una filosofia molto berlusconiana che non a caso era un costruttore, Berlusconi ha cominciato come un palazzinaro e si vede. Anche lo slogan: “padroni a casa nostra”, è un messaggio per alcuni aspetti devastante perché il sottotitolo non può che essere “e chi se ne frega di c’è intorno”.      
 

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