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Cronaca

Razzie in tutta la provincia di Firenze: smantellata banda dei furti in casa

L'operazione ha visto impegnati polizia e carabinieri che hanno dato esecuzione a nove misure cautelari emesse dal tribunale di Firenze nell'ambito di un'inchiesta coordinata dalla procura

Avrebbero fatto razzie in tutta la provincia di Firenze, colpendo in particolare nella cerchia di comuni che circonda il centro di Firenze. Specializzati in furti in appartamento, avrebbero visitato almeno una trentina di case in zone residenziali di Ponte a Greve, Scandicci, Lastra a Signa, San Mauro a Signa e Fiesole. Ma ieri la polizia e i carabinieri di Scandicci, diretti dal capo della mobile Lorenzo Bucossi e il capitano Stefano Caneschi, hanno dato esecuzioni a nove misure tra obblighi di dimora, presentazione alla polizia giudiziaria e custodia cautelare in carcere e ai domiciliari nei confronti di altrettanti cittadini albanesi accusati di aver creato un’associazione per delinquere finalizzata alla commissione di furti in abitazione, nonché alla ricettazione di beni rubati.

INDAGINI - Le indagini di polizia e militari dell’Arma sono nate alcuni mesi prima da episodi distinti, confluendo poi in un’unica indagine coordinata dal pm Leopoldo De Gregorio. Nel 2013 gli uomini della sezione antirapina della mobile stavano già indagando su altri furti e l’operazione portò all’arresto, nell’ottobre dello stesso anno, di tre soggetti fermati subito dopo un furto in un’abitazione. Nell’occasione gli arrestati furono sorpresi con la refurtiva e diversi strumenti da scasso. A questo si aggiunse un anomalo furto di auto all’interno di un parcheggio dell’aeroporto di Peretola. Tutte vetture di grossa cilindrata con cui, si scoprirà nel corso dei pedinamenti, poi verranno messi a segni i furti. Analoga attività investigativa era stata avviata lo stesso mese anche dal nucleo operativo dei carabinieri. 

Ipotizzando quindi che i responsabili dei furti fossero organizzati in una vera e propria associazione por delinquere, la procura ha deciso di avviare un’indagine coordinata tra le due forze di polizia per individuare l’intero gruppo criminale. Rilevando infatti una serie di analogie nelle modalità operative di questi furti, gli agenti e i militari hanno cominciato a fare le loro valutazioni sull’esistenza di una struttura associativa, radicata sul territorio fiorentino, ma con ramificazioni anche in altre località italiane. 

Da quanto emerso dalle indagini, questa organizzazione si sarebbe mossa con più “batterie operative”. Sebbene al comando ci fossero due coordinatori non vi era una struttura verticistica con in vetta un unico capo ma una suddivisione dei ruoli tra: furti, logistica, assistenza ai familiari degli arrestati, ricettazione e deposito dei monili rubati. Gli investigatori hanno individuato 25 cittadini stranieri, di età compresa tra i 22 e i 45 anni, all’esito dell’inchiesta indiziati di far parte di questa ben radicata associazione per delinquere, ognuno con compiti ben definiti.

Tramite appostamenti sono state ricostruite le modalità esecutive dell’organizzazione: l’esecuzione di ogni singolo colpo avrebbe preveduto una prima perlustrazione dell’area da colpire; l’impiego di auto di grossa cilindrata rubate e di parcheggi in zone isolate o in prossimità di abitazioni facenti sempre capo alla struttura; l’utilizzo, a delitto consumato, di un altro mezzo già pronto e posizionato in modo da consentire una rapida fuga senza il rischio di rimanere bloccati o incastrati nei parcheggi; un “palo” all’esterno, solitamente coincidente con l’autista del veicolo, pronto ad annunciare ai complici l’eventuale arrivo delle forze dell’ordine.

Anche su quest’ultimo aspetto della fuga la “banda” si sarebbe caratterizzata evidenziando un’elevata spregiudicatezza alla guida: in più occasioni i malviventi non hanno esitato a speronare con le auto rubate quelle delle auto delle forze dell’ordine e di chiunque altro avesse potuto ostacolare la loro corsa senza regole.IMG_20141120_121852-2
L’organizzazione si sarebbe infatti avvalsa di un contabile che gestiva il denaro ricavato dalla vendita della refurtiva, di un incaricato di reperire gli strumenti da scasso ed infine di soggetti che avevano il compito di ricettare l’oro e gli altri oggetti rubati.

Ieri, durante l’operazione, che oltre Firenze ha interessato anche Prato, Varese e La Spezia, sono state eseguite anche una serie di perquisizioni a carico di soggetti sospettati di aver fatto parte a vario titolo della stessa associazione per delinquere.
 

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