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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca

Lotta alla mafia, l'ultimo saluto ad Elisabetta Baldi Caponnetto: "Passaggio di testimone, dovere denunciare sempre" / FOTO

Funerale della vedova di Nino Caponnetto: officia don Ciotti, presenti familiari, Caselli, Dalla Chiesa, il questore Auriemma e i 'ragazzi' della scorta

C'era un pezzo di storia del Paese, questa mattina, nella chiesa di San Michele a Rovezzano, al funerale di Elisabetta Baldi, vedova del compianto Antonino 'Nino' Caponnetto.

Ci sono Giancarlo Caselli, ex procuratore di Palermo dal '93, acciaccato dagli 84 anni e sorretto dal bastone, Fernando Nando dalla Chiesa, secondogenito del generale dei carabinieri Carlo Alberto, ammazzato da Cosa Nostra nell'ormai lontano 3 settembre 1981, i figli Antonella, Riccardo e Massimo, i nipoti Clara, Dario, Simone e Lorenzo.

In prima fila il questore Maurizio Auriemma, poi la consigliera comunale dem Francesca Calì e al capogruppo Pd Nicola Armentano. Per la giunta di Palazzo Vecchio, l'assessora alla cultura delle memoria e della legalità Maria Federica Giuliani.

Non potevano non esserci i 'ragazzi ' della scorta, a cominciare dal caposcorta di Caponnetto, Giampiero Gregori. "L'uomo che mi ha insegnato a fare il nodo alla cravatta", scherza Dario. A riunirli è stata nonna Betta, come la chiamano tutti. Se ne è andata domenica scorsa dopo 101 anni, lei che era nata a Pistoia il 1° maggio del '22. Gli ultimi, di malattia.

"Mi piace pensarti a fischiettare uno dei motivetti che ti piacevano tanto", la ricorda il figlio Massimo. Una donna "cocciuta" nel senso buono della parola: fedele tutta la vita ai "valori di giustizia della democrazia e della Costituzione", per dirla con Caselli.

A officiare l'ultimo saluto don Ciotti, il fondatore di Libera, una vita contro le mafie, assieme al referente toscano dell'associazione Andrea Bigalli e al prete di strada delle Piagge, don Alessandro Santoro.

“E' un dovere denunciare violenza, illegalità, mafia, corruzione. Non dobbiamo rassegnarci, è nostro dovere prendere il testimone di chi vi ha dedicato la vita”, dice don Ciotti, in un discorso appassionato che ricorda il primo incontro tra Nino e Betta, separati poi dallo scoppio della Seconda guerra mondiale e dopo di nuovo insieme, per la vita intera.

“Lascerò che una nuvola ti accompagni”, diceva Nino alla sua amata nei primi incontri clandestini, come ricorda Gregori. L'ex caposcorta con l'associazione culturale 'Tutti per uno' porta in giro per l'Italia lo spettacolo che a quella frase si ispira, 'Lascerò che una nuvola vi accompagni': “Anche per noi, un modo per raccogliere il testimone da Caponnetto”.

"Missione compiuta", dissero i ragazzi della scorta dopo il funerale di Caponnetto, nel dicembre 2002. La frase divenne anche un titolo de L'Unità: Caponnetto era morto nel suo letto. Non come Rocco, Chinnici, più volte oggi ricordato. Non come Giovanni, Falcone, e Paolo, Borsellino. Non come tanti altri.

"E pensare che al funerale di Caponnetto non c'era alcun membro del governo, una cosa che ci ha fatto male", ricorda dalla Chiesa (al timone del Paese in quel momento c'era il secondo governo Berlusconi).

Don Ciotti e Caselli ricordano lo smarrimento che prese Caponnetto dopo le stragi di Capaci e via D'Amelio. “E' tutto finito, non c'è più nulla da fare”, diceva. Ma poi la tensione morale che non lascia indifferenti i grandi lo rimise ben saldo nella missione della vita, contro la mafia.

Oggi la protagonista era la sua Betta. Tutti ne ricordano la generosità, il suo girare nelle scuole d'Italia dopo la morte del marito, per trasmetterne la memoria, non stancandosi di parlare di mafia, la rettitudine e la forza con la quale ha passato i periodi di solitudine, quando Nino era confinato a Palermo a guidare il pool antimafia.

"Mamma è stata una donna coraggiosa, con grande senso del dovere e della responsabilità, ma le piaceva anche ridere. Se fosse qui direbbe qualcosa per toglierci dall'imbarazzo", ricorda ancora Massimo.

“Non è retorica se dico che ci sentiamo tutti un po' più soli. Ma se pensiamo a quello che ci hanno lasciato, al loro impegno costante, ai loro valori, non lo siamo”, le parole, ancora, di Caselli.

Missione compiuta anche per Betta? "Con la famiglia - ricorda ancora Gregori -, siamo sempre stati uniti, Betta non ci lasciava mai soli. E se vi succede qualcosa poi che faccio, da sola?". Ciao Betta, dice a una voce sola l'intera chiesa: anche tu, come Nino, hai fatto ampiamente la tua parte. A chi resta, il dovere di far la propria.

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FOTO - Il funerale di Elisabetta Baldi, moglie del giudice Antonino Caponnetto

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