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Maxifrode nel settore dei carburanti a Pisa: 12 arresti, coinvolta anche Firenze

L'operazione "Petroloro" ha portato alla luce un contrabbando di gasolio contraffatto

Stamani sono state eseguite 12 ordinanze di custodia cautelare (in carcere e ai domiciliari), 8 misure coercitive obbligatorie e il sequestro di società, conti correnti e oltre cento tra auto, rimorchi, cisterne adibite al trasporto di carburanti, autovetture e motoveicoli. Tra le 20 persone indagate ci sono anche un fiorentino, un livornese e una donna di Prato, quest'ultima ai domiciliari. Gli altri sono invece quasi tutti campani.

L’intensa attività investigativa, eseguita dalla guardia di finanza e dall’agenzia delle dogane e dei monopoli, ha consentito di sgominare un'associazione a delinquere dedita al traffico di prodotti energetici per autotrazione, immessi sul mercato in evasione di accisa, all’autoriciclaggio dei relativi proventi illeciti, alla contraffazione di pubblici sigilli e alla falsità in atti pubblici.

Le indagini hanno permesso di accertare che il prodotto petrolifero destinato ad autotrazione è stato ottenuto attraverso la miscelazione di olii e sostanze di varia natura con gasolio e benzina, al fine di celarne la presenza ed al contempo aumentare significativamente il volume del prodotto da immettere sul mercato.

Le investigazioni hanno appurato che le operazioni di miscelazione hanno previsto l’impiego di olio fino al 50% del quantitativo di ogni singolo carico. Il prodotto così ottenuto è stato stoccato dapprima in un deposito commerciale del Pisano e, successivamente, in altri impianti simili dislocati nelle province di Verona e Mantova.

Tra l’altro, l’organizzazione ha gestito il deposito pisano per le proprie illecite attività anche dopo la dichiarazione di fallimento della società titolare della relativa licenza fiscale: condotta per la quale agli affiliati è stata contestata anche la bancarotta fraudolenta. Peraltro l’introduzione nei depositi sarebbe avvenuta con documenti (cosiddetti DAS) falsificati.

Per la commercializzazione del prodotto  sono state utilizzate diverse società, risultate essere mere “cartiere”, aventi il solo scopo di consentire all’organizzazione di emettere fattura ai clienti ed incassare i pagamenti da essi disposti. I proventi dell’illecita attività sono stati reimpiegati nel traffico di prodotti energetici di “contrabbando”, per cui agli associati è stato contestato anche il reato di riciclaggio. 

Le investigazioni hanno permesso di individuare l’intera organizzazione, dal vertice ai contabili, dai responsabili in loco dei vari depositi ai numerosi trasportatori, dai prestanomi delle società ai compilatori dei documenti falsi.

E’, inoltre, emerso che uno dei principali clienti dell’organizzazione ha immesso in commercio il prodotto, nella piena consapevolezza dell’avvenuta sottrazione all’accisa e della reale natura dello stesso. Il soggetto è stato, pertanto, indagato per ricettazione e nei confronti della società, nell’interesse e a vantaggio della quale è stato commesso l’illecito, è stata applicata la normativa sulla responsabilità amministrativa da reato in relazione alla predetta fattispecie delittuosa.

Allo stato delle indagini l’accisa evasa è pari a circa  6.5milioni di euro, mentre il totale di prodotto fraudolentemente sottratto all’accisa ammonta a lt. 9.704.956,71.Foto Operazione Petroloro 01-06-2020-2

Al danno erariale come sopra accertato, si deve aggiungere l’ulteriore mancato introito per le casse dello Stato dovuto alla mancata corresponsione dell’IVA, nonché il pericolo potenziale per l’ambiente ed i mezzi di trasporto derivante dall’immissione in commercio di prodotti energetici non a norma, che ignari consumatori hanno acquistato presso distributori di carburanti presenti sul territorio nazionale. L’attività illecita, considerato il volume di prodotto illegalmente commercializzato, ha causato anche un’inevitabile distorsione del mercato.

Peraltro, è stato accertato che l’associazione a delinquere, all’indomani dell’emergenza nazionale legata all’epidemia da virus Covid-19, ha incrementato sensibilmente i traffici illeciti di prodotti da destinare ad
autotrazione, sfruttando i prezzi concorrenziali del prodotto commercializzato e la libera circolazione dei beni di prima necessità, tra i quali rientrano anche i carburanti.

Il gip del Tribunale di Pisa, accogliendo le richieste del pm titolare del fascicolo, ha disposto 20 misure cautelari personali oltre a disporre sequestri per un valore di circa 14 milioni di euro.

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