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Cronaca

Forteto, le vittime smentiscono i "dipendenti esterni"

Testimonianze shock su Facebook: i lavoratori avrebbero saputo della difficile situazione e della presenza di bambini al lavoro

Avevano diffuso un comunicato stampa per dichiararsi “delusi” dalla visita della commissione regionale d’inchiesta di lunedì scorso. Ora però i “Dipendenti esterni del Forteto” rischiano che quella presa di posizione diventi un boomerang per loro. Il post sulla loro pagina Facebook, infatti, è stato commentato da alcune vittime degli abusi di Rodolfo Fiesoli e i suoi, che smentiscono la loro versione di incoscienza sui fatti, accusando alcuni “dipendenti esterni” di sapere quale fosse la situazione difficile che vivevano alcune vittime per la presenza dei loro aguzzini, oltre che di aver lavorato anche insieme a persone che allora erano bambini.

Ma partiamo dall'antefatto: nel loro comunicato i dipendenti esterni avevano raccontato l’audizione della commissione regionale nei loro confronti. "Ci siamo trovati a dover rispondere su chi comanda ora al Forteto, sul lavoro dei bambini (che non abbiamo mai visto) etc.etc…, in poche parole chiamati al riscontro di fatti che afferiscono alla vicenda processuale di alcuni soci del Forteto”, hanno scritto. "Chi ha parlato ha detto la verità - hanno aggiunto - siamo stati accusati di aver visto e non aver denunciato al pari dei tedeschi vicino ai campi, di fronte all’orrore dei Lager. Questa è un offesa gravissima, alla nostra coscienza e al nostro senso di giustizia”.

“Marilena avevo 11 anni quando ti ho conosciuto”, “e abbiamo continuato a lavorare alle ricotte nel caseificio nuovo insieme”. E ancora: “Ci aiutavi a passarci i bigliettini fra noi perché loro non volevano, hai assistito ai miei pianti, ai miei rimproveri”, commenta una ragazza. Le testimonianze sono impressionanti e fanno riemergere la drammaticità della vicenda. “E’ da quando avevo 8 anni che sono stata messa lì”, racconta un’altra donna, “abbiamo trascorso insieme tanto tempo insieme fianco a fianco”. Un uomo, invece, commenta dicendo che “tutti gli incontri” erano “sorvegliati”, “i discorsi erano sempre gli stessi…sto bene qui tutto a posto e sorrisi falsi”, “mentre io volevo dire che stavo male”.

Le parole scritte nero su bianco, anche se sul social network Facebook, smentirebbero dunque la tesi che i cosiddetti “dipendenti esterni” non fossero a conoscenza della situazione, almeno di una parte, che si viveva al Forteto, i cui leader storici sono stati condannati in primo grado per abusi e maltrattamenti su minori con sentenza del tribunale di Firenze dello scorso giugno. La commissione regionale, ora, si orienterà probabilmente in maniera ancora più forte verso la richiesta di commissariamento della struttura, proprio per slegare la cooperativa dal passato. Ma la vicenda potrebbe avere ancora una volta strascichi giudiziari.

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