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Cronaca

Forteto: "La cooperativa paga l'affitto ai condannati"

La denuncia di Donzelli dopo la visita della commissione: "Il braccio destro di Fiesoli stipendiato dall'azienda". I soci non si presentano

"Il Forteto paga ancora l’affitto ai condannati” in primo grado al recente processo. E’ quanto emerge dalla visita della commissione d’inchiesta del Consiglio regionale della Toscana presso i locali della cooperativa nella denuncia del capogruppo di Fratelli d’Italia e vicepresidente della commissione Giovanni Donzelli. Un incontro che si è svolto nella palazzina ristrutturata, area della cooperativa a pochi passi dal supermercato (chiuso, come ogni lunedì) prima con i dipendenti “esterni", cioè coloro che lavorano al Forteto ma non sono soci né vivono nella comunità: sono una quarantina, quasi tutti presenti; poi è la volta dell’audizione programmata con i soci lavoratori, 63 in tutto, ma della vecchia guardia non si presenta nessuno, se non sei degli undici soci qui classificati come “opponenti", coloro cioè che hanno lasciato la comunità in disaccordo e, in alcuni casi, hanno denunciato. Aula vuota, nonostante i contatti presi dalla commissione nelle ultime settimane e gli avvisi affissi in sala mensa, come raccontano gli stessi “opponenti”; infine quella dell’incontro con il presidente della cooperativa Palanti e i membri del Cda. L’associazione aveva già risposto no alla richiesta d’incontro.

Fra i beneficiari degli immobili in comodato d’uso gratuito, sottolinea Donzelli, sulla base delle dichiarazioni raccolte nella trasferta "ci sono molti condannati che ancora vivono in quella struttura, tra cui Luigi Goffredi, già braccio destro di Rodolfo Fiesoli che lavora ancora oggi per l'associazione ma risulta dipendente della cooperativa che dunque gli paga uno stipendio. I lavoratori, sia i soci che gli esterni, ci hanno confermato di non aver mai visto Goffredi lavorare al caseificio o nei campi. Sarebbe questa la discontinuità della cooperativa con il passato e con una comunità i cui vertici sono stati pesantemente condannati?”.  "Uno dei problemi più gravi che si verifica ancora oggi - prosegue Donzelli - è che i soci che hanno avuto il coraggio di denunciare i gravi fatti accertati dal tribunale di Firenze, oltre che dalla prima commissione regionale d'inchiesta, sono ancora costretti a lavorare fianco a fianco con i carnefici, molti dei quali condannati”. 

I dipendenti esterni hanno letto un loro comunicato, in difesa del lavoro e contro le strumentalizzazioni. Di “delusione” parla il consigliere Jacopo Alberti (Lega Nord), che contesta loro “troppa chiusura nei confronti di una vicenda che ha visto coinvolti i vertici del Forteto” e ribadisce la necessità di un “forte cambiamento” come sola possibilità di salvezza. Il consigliere Stefano Mugnai (Forza Italia) chiede ai lavoratori “se credano o meno che i fatti emersi siano accaduti davvero” e invita a “inserire il legittimo interesse per il posto di lavoro in una vicenda più grande, che nessuno può mettere da una parte”. Il consigliere Paolo Sarti (Sì - Toscana a Sinistra) ricorda che la commissione “non è qui per fare un’indagine, ma per cercare di capire come possano essere avviati meccanismi per salvare i posti di lavoro. I danni – prosegue Sarti – li ha fatti chi ha commesso i reati”.

I soci “opponenti" raccontano che l’ex presidente Pezzati, oggi condannato, ha mantenuto la stessa stanza di quando era presidente. Anche secondo Andrea Quartini (Movimento 5 Stelle) forte discontinuità e commissariamento sono la soluzione da perseguire per salvare il Forteto: “Qui la risposta da dare è anche di tipo morale – aggiunge Quartini – oltreché economico. Ci sono le vicende giudiziarie: è vero che bisogna attendere il terzo grado di giudizio, ma ci sono anche già sentenze passate in giudicato. E siamo ancora in una situazione in cui quattro consiglieri di amministrazione su cinque sono stati chiamati a testimoniare dalla difesa degli imputati nell’ultimo processo”. Il presidente della commissione Paolo Bambagioni (Pd) ribadisce anche al Cda della cooperativa la convinzione che sia “necessaria una maggiore discontinuità, in caso contrario sarà difficile togliersi di dosso le conseguenze di quello che qui è accaduto. Continueremo a lavorare alla ricerca della verità e per dare un contributo alla soluzione che possa portare la cooperativa del Forteto oltre questa terribile vicenda”. 

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