Fiesoli a ruota libera: "Al Forteto c'erano i miliardi"

"Hanno fatto tutto per pigliare le redini del Forteto, perché loro credevano che ci fossero i milardi: e c'erano". Ha attaccato i componenti della comunità che hanno denunciato Rodolfo Fiesoli, nella seconda parte dell'intervista pubblicata da Il Sito di Firenze, che nei giorni scorsi ha trovato e parlato con il fondatore del Forteto ad Aulla, dove vive in una residenza per anziani. 

Seduto ad un bar, Fiesoli parla a ruota libera e viene ripreso da una telecamera posata su un tavolino: "Io son sempre stato onesto, potevo guadagnare miliardi: ti rendi conto che onestà avevo?". E invece, ha spiegato di essere stato costretto a vendere l'organo di casa mia "a 40 milioni", così "si è pagato un po' gli avvocati". E sostenuto che a Vicchio ci sarebbero ancora "due candelieri" di sua proprietà: "Gliel'ho detto alla mi moglie, ripigliamoli!". 

I bambini "si son trattati come angeli", sostiene l'uomo condannato a più riprese per violenze e maltrattamenti su minori nella comunità che è stata definita una vera e propria setta. "Nonostante tutto io li ho perdonati", aggiunge, perché "non ho rabbia con nessuno, ho solo dispiacere perché non posso salutare nessuno", "perché se ho i telefoni controllati...". 

Non mancano le invettive per i magistrati che hanno condotto l'inchiesta giudiziaria, accusati di essere "andati a diritto" e di non essere stati giusti. E poi le frequentazioni della struttura, su cui già molto si è discusso: fa il nome di Tina Anselmi, Piero Fassino, Susanna Camusso e Sergio Cofferati. 

"Venivano tutti", perché "mangiavano, capito?". E anche i magistrati "venivano per verificare". Proprio fra i magistrati Fiesoli ricorda il dissidio che ci fu fra due anime della Magistratura. Da una parte Gian Paolo Meucci, padre del diritto minorile che affidò a Fiesoli i minori, che "si schierò con noi". Dall'altra Carlo Casini. "C'era un dissidio tremendo". E, nel mezzo, i bambini.

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