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Via dè Benci: flash mob contro il sequestro a orario dei locali | VIDEO

Circa 600 persone hanno dato vita a un flash mob per protestare contro il sequestro orario dei locali. Il provvedimento è stato disposto per il disturbo alla quiete pubblica

‘Non è un paese per vecchi’ è un gran film dei fratelli Coen. Nel titolo, la chiave della pellicola; un assunto. Ieri sera in via de’ Benci in 600 persone, tra giovani e meno giovani, riproponevano un concetto simile nella forma interrogativa: “Firenze è un paese per vecchi?”. Una frase da comporre scorrendo lungo la via: sei parole, sei striscioni appesi ai dehors ‘sigillati’ dal nastro biancorosso. Sei locali chiusi dopo le 22 di sera, in ottemperanza al sequestro preventivo disposto dalla Procura fiorentina. Così, a poche ore dall’incontro in Palazzo Vecchio tra il sindaco Matteo Renzi, i gestori dei locali fiorentini, i residenti, i comitati di cittadini e rappresentanti delle associazioni di categoria, il popolo della notte ha dato corpo e fiato ad un flash mob per protestare contro “una città che ‘chiude’ alle dieci di sera”. Una sorta di diritto al divertimento nato in Rete nel tam-tam dei social network, che in breve si è trasformato  in una vera e propria alzata di voce collettiva, alla quale hanno aderito i titolari non solo dei locali ‘colpiti’ dal provvedimento, ma gran parte di tutti quelli che lavorano e ‘governano’ la movida in città.

Cuscini, i più coraggiosi (pochi) in pigiama, ed intorno alle 22 di sera, poco prima entrasse in vigore il provvedimento di restrizione oraria, al grido “alle dieci si va a nanna”, i partecipanti hanno occupato la strada per cinque minuti sdraiandosi per terra. Chi ha fatto finta di dormire, chi si è fatto grosse risate, chi come alcuni stranieri non hanno capito cosa stesse succedendo, chi non ha rispettato il minuto di silenzio per le vittime del terribile terremoto che ha colpito l’Emilia invocato dall’uomo del megafono non appena che il flash mob si è avviato.

GESTORI – “È un provvedimento profondamente ingiusto – dichiara subito Lorenzo Segre, il proprietario del Moyo, uno dei locali raggiunti dalla misura della magistratura – che colpisce l’imprenditoria ed i lavoratori ma non porterà di certo a migliorare il degrado in città. Perché nessuno controlla i mini-market e quindi la questione del vetro e dell’alcool? La verità è che la nostra clientela non è quella che crea disordine, ma chi crea disordine viene nella nostra zona. Perché chi di dovere non presiede il territorio. Quindi anche l’amministrazione faccia il proprio dovere”. Ed è proprio dall’amministrazione che in questi giorni è arrivata qualche bordata. Il vice sindaco Dario Nardella è stato più che chiaro: “Nuove regole e chi le transige sanzioni fino alla sospensione dell’attività”. E sul provvedimento?: “Ci sono le regole, se la Procura ha fatto questa scelta queste regole si sono superate”. “Hai mai visto un locale in tutto il mondo che nell’ora di punta, durante i week-end, non metta la musica e non apra le porte”, risponde a Nardella piccato ancora Segre.

LAVORATORI – Il colpo d’occhio non è male, via de’ Benci assomiglia a una grande dormitorio. C’è il capogruppo del Pdl in Consiglio comunale, Marco Stella, e sdraiato sulla strada c’è un suo collega, Andrea Vannucci del Pd. E ci sono molti di quei lavoratori che da venerdì sera sono in pausa forzata. I gestori dicono siano in tutto un’ottantina. “Sono uno dei tanti lavoratori del Red Garter, uno di quei 18 su 23 che non lavora più”, racconta sconsolato Fabrizio. “Qui in questa via – continua – siamo in tanti a non lavorare, potremmo rischiare in un centinaio. Come mai quando succedono cose del genere nelle fabbriche ci si indigna e in questa situazione no. Eppure anche noi abbiamo famiglia, mutui da pagare”.

Via de' Benci: flash mob contro la chiusura dei locali della movida

RESIDENTI – Le persone sono accalcate, la protesta è in corso ma dalle finestre della via non si affaccia nessuno, se non alla fine, dopo il rompete le righe. Un residente attraversa il plotone critico. È Emanuele Corti, consigliere in area Pdl del Quartiere 1 di Firenze: “I residenti hanno diritto al riposo, come è scritto nell’articolo 659 del Codice Penale. Le indagini sono andate avanti per parecchi mesi nel 2011, mi sembra quindi che la magistratura abbia adottato questo provvedimento a ragion veduta”. E sulla questione occupazionale? “Credo che i numeri andrebbero approfonditi. Sento parlare di 100 lavoratori. Che numero è? È una cifra reale, ovvero stiamo parlando di lavoratori a contratto o di un numero fatto in gran parte di personale assunto a chiamata? Perché in questo caso la storia cambia e molto. Il vero problema è che questi locali sono delle vere e proprie discoteche. E non può passare il teorema che i locali abbiano più diritti dei residenti. Anche qui c’è chi ha comprato casa e ha da pagare il mutuo”. Prima di andarsene il consigliere-residente si toglie un ultimo sasso dalla scarpa: “È comunque scandaloso che oggi, con quello che è successo in Emilia, questo flash mob non sia stato annullato. Qui si parla di niente, ed è un insulto per tutti quelli da oggi non hanno più una casa”.

I ragazzi si alzano, da uno stereo si sentono le note di Buonanotte Fiorellino di De Gregori. Poi arriva un’ambulanza che si fa largo tra i ‘manifestanti’. È il rompete le righe. Tutti a casa? No, tutti in piazza Santa Croce.




 

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