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Cronaca Montelupo Fiorentino

Attentato incendiario a Montelupo: arrestato 22enne fiorentino

Secondo la procura con lui altri due complici fuggiti all'estero. Il giovane sarebbe uno dei responsabili dell'attentato firmato 'Animal Liberation Front' ad una ditta di latticini

Si chiama Filippo Serlupi D’Ongran l’uomo che secondo la procura di Firenze sarebbe uno dei responsabili dell'attentato incendiario firmato Alf (Animal Liberation Front) messo a segno la notte del 31 dicembre in una ditta di latticini di Montelupo (Firenze), dove sono stati dati alle fiamme otto furgoni e danneggiato un magazzino. Si tratta di un 22enne, residente a Firenze, finito in manette per concorso in incendio aggravato dalla finalità di terrorismo. L’arresto è stato eseguito dagli uomini della sezione antiterrorismo della Digos di Firenze ma alle indagini hanno collaborato anche i carabinieri. Secondo quanto accertato dagli investigatori, il giovane ha agito insieme a due complici, entrambi identificati dalle forze dell'ordine ma al momento irreperibili.

COMPLICI – Irreperibili perché fuggiti all'estero e per questo ricercati. Secondo quanto riferito dagli inquirenti i due, identificati, da alcuni giorni hanno lasciato l'Italia rendendosi irreperibili. In base a quanto accertato dagli investigatori, il gruppo, composto dai due ricercati e dal ventiduenne fermato dalla digos nei giorni scorsi, Filippo Serlupi D'Ongran, sarebbe responsabile di altre azioni analoghe messe a segno in Toscana a partire dall'ottobre scorso e rivendicate dalla sigla Animal Liberation Front.

Attentato incendiario a Montelupo Fiorentino

VIDEO - I tre attivisti sarebbero stati identificati grazie ai video che hanno pubblicato su internet. In base a quanto scoperto dagli inquirenti, i video delle azioni venivano pubblicati da uno dei tre componenti del gruppo. Una volta risaliti alla sua identità, gli investigatori hanno scoperto quella dei complici, attraverso una serie di attività tecniche. Secondo quanto emerso, in occasione degli attentati incendiari e dei sabotaggi, i cellulari dei tre attivisti risultano agganciati alle celle telefoniche nella zona delle ditte colpite. In un caso, una volante avrebbe notato la presenza dei tre vicino a una delle aziende colpite due ore prima del blitz. Sempre secondo quanto appreso, alcuni giorni prima di mettere a segno l'azione il commando faceva sopralluoghi sui luoghi degli attentati.

PRECEDENTI –  I componenti del commando sono ritenuti responsabili di almeno altri tre sabotaggi e attentati incendiari firmati Animal Liberation Front, che si sono verificati in Toscana a partire dallo scorso ottobre. Accertamenti sono in corso da parte degli inquirenti per stabilire se il gruppo abbia messo a segno anche altri blitz di tipo analogo. Secondo quanto accertato dagli investigatori della digos, la prima azione del commando risalirebbe all'8 ottobre 2012 in un salumificio di Monteriggioni (Siena), dove furono messi fuori uso la centralina elettrica e il quadro comandi dell'impianto di aerazione. Il 28 ottobre, gli attivisti appiccarono le fiamme a un'autorimessa e a un camion di una ditta di Rignano (Firenze), specializzata nella lavorazione degli scarti della macellazione. Il 25 novembre, a San Giovanni Valdarno (Arezzo), fu incendiato un furgone dei macelli comunali.

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