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Cronaca

Figlia di Riina “Dispiaciuta per le vittime ma onorata del nome”. L’associazione insorge | VIDEO

L'Associazione: "La figlia di Riina la sua favoletta di brava figlia che ama quell'assassino di suo padre, ma che le dispiace tanto per le vittime di mafia la vada a raccontare a qualcun altro"

Un’intervista alla televisione svizzera riaccende i riflettori sulla ferita che nel 1993 segnò Firenze in modo perenne. A rilasciarla Lucia Riina, figlia del capomafia Salvatore più noto come Totò. Questa era la prima volta che la donna si accomodava davanti all’obbiettivo di una telecamera. Un'intervista che cade proprio nel ventennale della strage dei Georgofili.

''Io sono onorata di chiamarmi così, e felice'' perché ''è il cognome di mio padre e immagino che qualsiasi figlio che ama i suoi genitori non cambia il cognome. Corrisponde alla mia identità'', afferma Lucia Riina intervistata a Ginevra.

Nell'intervista, doppiata in francese e così diffusa, Lucia Riina si dice ''dispiaciuta'' per le vittime del padre, ma – aggiunge – ''penso che siamo tutti figli di qualcuno'' e non bisogna restare nel passato ma andare avanti per noi, per le generazioni future. Parlando della sua famiglia, la figlia del boss dice: ''Sono i miei genitori, siamo cattolici e devo dell'amore a mio padre e mia madre'', afferma, ricordando che a casa pregavano tutte le sere e che il momento più brutto della sua vita fu l'arresto di suo padre.

L'intevista alla televisione svizzera VIDEO

La reazione non si è però fatta attendere. L'Associazione dei familiari della strage di via dei Georgofili: ''La figlia di Riina la sua favoletta di brava figlia che ama quell'assassino di suo padre, ma che le dispiace tanto per le vittime di mafia la vada a raccontare a qualcun altro'' e ''inorridisca una buona volta davanti a tanto sangue innocente versato''.

Precisando anche come se la figlia del boss  rilasciasse interviste analoghe si potrebbero imboccare le vie legali.  ''La prossima volta che rilascia una intervista del genere - aggiunge in una nota - penseremo seriamente a cercare la possibilità di querelarla per lesa memoria dei nostri morti''. ''Inoltre - conclude la nota - bastano le nostre di televisioni che esaltano i figli dei criminali, non ci si mettano anche quelle svizzere''.

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