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Cronaca

Prostituzione, ex assessore Mattei: “Ignoravo mia amica fosse una escort”

L'ex assessore del Comune di Firenze in una lettera chiarisce la sua posizione sui rapporti con la 42enne romena coinvolta in un giro di escort a luci rosse

''Nessuno di noi sapeva ne' poteva neppur sospettare che lei potesse fare un altro 'tipo di lavoro'; diversamente, pur senza dare alcun giudizio morale, l'uso dell'appartamento le sarebbe stato negato''. Lo scrive in una lettera, diffusa questo pomeriggio, l'ex assessore del Comune di Firenze, Massimo Mattei, dimessosi dalla giunta di Matteo Renzi qualche giorno fa per motivi di salute chiarendo i suoi rapporti con una romena di 42 anni coinvolta nell'inchiesta 'a luci rosse' su un giro di escort.

Mattei ha voluto spiegare in particolare la circostanza dell'alloggio dato in uso alla romena in cui, secondo le indagini, la donna si sarebbe prostituita. E' ''il momento di far chiarezza perché' per chi fa politica la trasparenza e' sempre necessaria - inizia così la lettera Mattei, diffusa dal suo portavoce, avvocato Marco Passagnoli -. E' bene chiarire che la ragazza che sembra essere al centro delle inchieste (della procura di Firenze su un giro di prostitute di alto bordo per clienti vip, ndr) la conoscevo bene. Era mia amica da circa dieci anni, e' stata dipendente della Cooperativa e di altre mie aziende in varie riprese e per vari periodi. Ha lavorato con profitto e responsabilità''.

''Dal 2009 - prosegue Mattei - da quando sono diventato assessore, ho lasciato, pur non sussistendo alcun tipo di incompatibilità, ogni incarico operativo, mantenendo soltanto la carica - sostanzialmente onorifica e non operativa - di presidente. Con la suddetta ragazza risulteranno certamente contatti telefonici, eravamo amici, tutto qua. Di detta amicizia erano a conoscenza tutti, collaboratori, amici e familiari cui, in varie occasioni, era stata presentata''. Riguardo ai problemi di salute che hanno portato alle sue dimissioni, Mattei precisa che ''da mesi non stavo bene'' e ''certamente le voci e qualche cattiveria sussurrata non mi hanno aiutato a stare meglio''.

 "Quanto "all'ex mio collaboratore (coinvolto per l'uso di un cellulare del Comune da cui sarebbero partite chiamate verso il giro 'a luci rosse', ndr), fino a prova contraria, credo alla sua parola, e riconfermo che è stato un valido aiuto, un amico presente, e sono convinto che tanta parte dell'Amministrazione Comunale possa confermare l'idea positiva, che io mi ero fatto, sul suo operato e sulle sue qualità".

"Vivo giorni difficili. Fisicamente e moralmente - ha scritto ancora Mattei - Credo però che nella sincerità di un rapporto come quello che ho sempre avuto con Firenze, pur con forze molto più limitate di prima, vorrò affrontare in prima persona questa vicenda che, per i toni che ha assunto, ancor più mi amareggia". 

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